Esiste la bottiglia giusta per San Valentino?5 min read

In occasione di San Valentino vi riproponiamo un evergreen del nostro direttore.

 

Uno spettro si aggira per l’Europa, almeno una volta all’anno.

Non sto parlando del comunismo (oramai un giorno sarebbe pure troppo…)  ma di un sant’uomo che se venisse a sapere quanti improperi riceve regolarmente in quel particolare giorno si dimetterebbe da santo e soprattutto cambierebbe nome, rinnegando con tutte le forze il suo: San Valentino.

Diciamocelo! La festa di San Valentino per noi maschietti è una gigantesca rottura di coglioni. I momenti in cui la nostra donna si attende di essere sorpresa, vezzeggiata, ammirata e ovviamente omaggiata, naturalmente de iure , si trasformano in vie crucis de facto che noi, poveri cristi, siamo costretti ogni anno a percorrere.

Se proprio dobbiamo essere possibilisti  potremmo dividerci in due categorie, quelli che la festeggiano con la loro donna per la prima volta e quelli invece su cui incombe da più di un anno (la festa e la stessa donna). Entrambe le categorie temono San Valentino come la suocera in casa, ma se i primi nutrono (poveretti…sono ingenui) qualche speranza di uscirne indenni, gli altri sanno perfettamente che quella giornata sarà solo foriera di guai, incazzature, litigi e soprattutto di speranze deluse che lei vi farà scontare per il resto dell’anno.

Per questo, tratteggiando brevemente i problemi che ci affliggeranno in quel giorno, consiglierò l’unico rimedio umanamente possibile per evitare di cadere in un gorgo di recriminazioni.

Non parlo di anelli, collier o viaggi alle Maldive. Lei queste cose se l’aspetta e quindi sarà preparata. L’unica cosa con cui la potete veramente sorprendere è…la bottiglia giusta.

La bottiglia giusta, bevuta da lei con piacere, riuscirà nell’impresa di farvi chiudere in bellezza la giornata e di farle dimenticare tutte gli errori accumulati sino ad allora.

Perché di errori ne farete, tranquilli. Quel giorno, ogni vostra migliore azione nei suoi riguardi provocherà immancabilmente una reazione negativa.  Deve esservi chiaro che il percorso di guerra che dovrete effettuare durante San Valentino è non solo irto di ostacoli, ma ostacoli su cui volenti o nolenti inciamperete.

Per questo, a meno che non le chiediate di sposarla durante la cena ( a questo non resistono, ma non è una cartuccia che puoi giocare tutti gli anni) l’unico modo per far girare in positivo la giornata ( e magari ricevere una strameritata dose di gnocca serale) senza spendere una fortuna è azzeccare la bottiglia giusta per la cena.

Bene! Siete pronti? Carte e penna a portata di mano?

Allora….Non so come dirvelo ma…. la bottiglia giusta NON ESISTE! Almeno non esiste normalmente in commercio.

Tranquilli! Di seguito vi consiglierò alcuni vini dalla sicura riuscita ma non proprio facili facili da reperire.

Avete comunque un po’ di tempo e ci potete provare. Per facilitarvi il compito ho diviso le donne in varie categorie e per ognuna ho consigliato il vino o i vini adatti.

 

Donna passionale

Una bottiglia di Tzigano Rosso 69, nella sua classica bottiglia a forma di violino, riuscirà a toccare le corde giuste del vostro amore, ricordandole magari momenti in cui voi non c’eravate (spero “ancora”) ma facendoglieli dimenticare in fretta. Il resto sta a voi.

 

Donna in carriera

Vi consiglio il Briefing Saten Pas Dosé. Dovrete ordinarlo come se sparaste a raffica (unbrrrifingsssatennnpadosè!) in modo da accentuare l’assoluta assenza di termini italiani o almeno comprensibili. Lo potrete abbinare ad un meeting di cozze e sicuramente il vostro share si alzerà. Non so se arriverete alla mission di scopare subito, ma step by step…

 

Donna timida

La soluzione ideale è una mezza bottiglia di Selodicitù Rosè vino prodotto con uve schiava e groppello in gola.

 

Donna timorata di dio ma non troppo

Iniziare con un bel Bricco della Bigotta  per poi, verso fine cena passare senza tentennamenti ad un Bricco dell’Uccellone.

 

Donna ninfomane

Una magnum di Durello, una di Ucelut in purezza e sperate che basti!

 

Donna collerica

Una buona bottiglia di Fumin. Consiglio personale: “l’Alte Rata” del 2000.

 

Donna chiacchierona

Se volete ascoltarla tutta la sera scegliete il vino che volete, altrimenti una bottiglia di Tazzelenghe e il gioco è fatto.

 

Donna innamorata (di voi, ovviamente)

Qui il gioco è facile. Brunello (due cuori una) Capanna  del 2001.

 

Donna un tempo innamorata (sempre di voi)

Se volete riconquistarla ordinate una bottiglia di Corazon Espinado blanco e abbinatela con un pesce arrosto accuratamente diliscato. Se questo non riesce a fare breccia vi conviene desistere e magari, per uscirne da gran signore, ordinare due calici di Sunset Boulevard,quello prodotto con Cornarea in purezza, sul dessert.

 

Donna  stressata

Anche se non lo ammetterà mai una donna stressata ha bisogno di una sola cosa… Partirei quindi subito con un bel Pelaverga (in magnum se possibile) senza star tanto a pensare al prugnolo gentile.

 

Donna sovrappeso

Iniziate con una bottiglia di prosecco, per poi passare al mitico Decatlhone Rosso, vino consigliato dalla Federazione Italiana Atletica Leggera.  Ogni bottiglia di questo particolare prodotto è formata da 10 piccole bottigliette,  numerate,  da 0.075 cl. La bottiglia in toto  viene acquistata dal ristorante X ma, per contratto deve tenerne solo una delle dieci mentre le altre nove  devono essere posizionate in altrettanti locali a non meno di 5 chilometri in linea d’aria l’uno dall’altro. Per berne una intera occorre quindi fate almeno ottanta-novanta  chilometri a piedi o con la bicicletta, che il ristorante iniziale deve rigorosamente fornire.

 

Donna sentimentale

Sangiovese di Romagna “Paolo e Francesca” . Vino per certi versi infernale nel riuscire a smuovere le anime. Bevendolo sembra quasi di essere presi da un vento impetuoso di tempesta, che si placa solo quando uno dei due, tutto tremante, bacia l’altro.

 

Donna che volete scaricare

un calice di Tappon Dolomitik, vino famoso perché sa sempre di tappo anche se viene venduto solo in bag in box. Ovviamente voi dovete sostenere che il vino non sa di tappo.

Donna astemia

Fino a lì non ci arrivo, pero anche voi…

Spero di esservi stato utile e attendo che qualcuno mi parli dei risultati.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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