Daniele Zunica a Civitella del Tronto: semplicemente un esempio2 min read

Tutti noi abbiamo amici nelle zone colpite ieri dall’ennesimo terremoto, accompagnato da circa due metri di neve e tutti noi ci sentiamo impotenti di fronte a questa tragedia continua che ci ritroviamo in casa attraverso televisione e social ma a cui possiamo dare ben poco apporto e aiuto.

 

Per fortuna, aldilà degli aiuti che credo stiano affluendo, nei paesi colpiti c’è chi sta aiutando gli altri con quanto ha a disposizione, semplicemente facendo quello che è giusto fare.

 

Ce ne saranno centinaia di storie così ma io questa conosco e questa racconto.

 

Il ristorante-albergo Zunica è a Civitella del Tronto, un luogo di una bellezza disarmante arroccato nell’entroterra teramano ma a pochi chilometri dal mare.

 

Dalle finestre dell’albergo l’occhio può spaziare praticamente ovunque, mentre per naso e bocca il ristorante garantisce piatti memorabili.

 

Memorabili, nel senso che verranno ricordate, saranno anche queste giornate con il paese sotto due metri di neve, le strade bloccate, alcune case a rischio crollo per il peso della neve e i terremoti che, per fortuna hanno portato solo grande paura.

 

In una situazione del genere Daniele Zunica, titolare del locale, ha pensato di fare…la persona normale e ha aperto il ristorante a tutto il paese, cucinando per chi aveva bisogno di un pasto caldo e ospitando chi aveva paura che il tetto di casa gli crollasse addosso.

 

Niente di eccezionale direte voi. Lo dico anch’io ma in questa Italia dove si dà risalto solo a grandi imprese la normalità, la semplicità, le cose di buon senso non strombazzate a destra e sinistra vanno segnalate.

 

Grazie Daniele, da parte mia e soprattutto da parte dei tuoi concittadini.

 

La prossima volta che verrò da te sarò felice e onorato di stringerti la mano.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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