Sei anni fa, il 3 gennaio 2012, ci lasciava Giulio Gambelli.
Ogni tanto (abbastanza spesso per la verità) mi piace ricordarlo e sono quasi sempre bei ricordi. Gli unici negativi riguardano i primi tempi dopo la morte, quando ci fu la corsa a salire sul carro del vino gambelliano, anche da parte di chi faceva e produceva vini in maniera opposta.
Per fortuna dopo un po’ di tempo la “moda” del vino gambelliano si è placata, trasformandosi in quello che era ed è sempre stato: una serie di azioni semplici e lineari, rispettose, che portavano a fare dei vini non solo buoni ma profondamente veri.
Del resto sarebbe stato Giulio il primo a voler poco scalpore attorno al suo nome, sminuendo i suoi meriti con una scrollata di spalle o con un’occhiata che valeva più di mille discorsi.
Quindi anche queste poche parole non saranno una commemorazione ma solo un modo per ricordare cosa e quanto è stato fatto per ricordare nella giusta maniera Giulio Gambelli.
Per prima cosa il Premio Nazionale Giulio Gambelli che, giunto alla sesta edizione, è diventato un punto fisso nel panorama nazionale, nonché l’unico che premia i giovani enologi. Tra pochi giorni ci saranno gli assaggi per decretare il sesto vincitore, che verrà premiato a Montepulciano durante le anteprime toscane.
Ma forse la cosa più bella, quella che sicuramente sarebbe piaciuta di più a Giulio, è che la sua memoria è viva, affettuosamente viva in tante persone. Persone che non lo sbandierano a destra e a manca ma che conservano con tenerezza ricordi dei momenti passati con quest’uomo schivo e mite, talmente educato da aver trasformato un “ragazzaccio maleducato” come il sangiovese toscano in qualcosa di elegante è rigoroso.
Voglio fare due esempi: l’essenziale, magistrale e commovente lapide che Tommaso Marrocchesi ha voluto a Bibbiano e l’assaggio dei vecchi vini di Giulio che ha riunito un gruppo di amici e giornalisti. In entrambi i casi i toni sono stati pacati, amicali, nessuno ha fatto proclami, seguendo con rispetto “lo stile Gambelli”.
Grazie Giulio per averci insegnato così tanto.