Degustazione Amarone: il ritorno della volatile3 min read

Tra poco più di un mese ci sarà l’anteprima dell’Amarone 2013 e della 2012 si è detto oramai tanto. Per questo noi, arrivando volutamente ultimi parleremo ben poco di questa vendemmia sicuramente calda e difficile per toccare altri temi che il nostro assaggio al consorzio (che ringraziamo) di oltre 60 amarone ha proposto.

 

La prima cosa che sottolineiamo è la “diaspora” delle annate: pare che la presentazione dell’annata (nel nostro caso la 2012) a gennaio sia solo un bel pretesto per far parlare i giornalisti perché  poi, alla resa dei conti accade che, chiedendo di assaggiare l’annata in commercio, ti arrivano:

 

3 amarone del 2013 (non messi in classifica)

15 amarone del 2012

14 amarone del 2011

14 amarone del 2010

15 amarone (in buona parte riserva)  di annate tra il 2009 e il 2006.

 

Quindi è impossibile fare un quadro esaustivo del 2012, ma forse è giusto così  perché la seconda cosa che vogliamo sottolineare è che per bere un amarone che si esprima un minimo occorre attendere almeno 6-7 anni.

Noi giornalisti lo possiamo e dobbiamo fare, ma nello stesso tempo abbiamo il dovere di consigliare a tutti di “attendere, attendere, attendere” possibilmente attorno ai 10 anni prima di aprire una bottiglia.

 

Questo per un mix di fattori: da una parte il residuo zuccherino, dall’altra la concentrazione (zucchero a parte) delle uve e alla fine l’uso non certo parsimonioso del legno che più che invecchiare in diversi casi imbalsama il vino. Bere un buon numero degli amaroni in commercio all’uscita sul mercato è come portare all’altare una formosa ragazzina di dodici anni. Fate voi…

 

Questo anche se, nei nostri assaggi, abbiamo notato vini leggermente meno spinti e concentrati, più giocati sull’eleganza e meno sull’estratto secco e, in qualche caso, addirittura con la volatile che si faceva chiaramente spazio.

Ciò per noi è un grande pregio per due motivi, sentimentale e tecnico. Nel primo caso ci riporta ad alcuni grandi amarone degli anni 70/80 che abbiamo avuto la fortuna di degustare, nel secondo caso crediamo fermamente che in vini di grande struttura e importanza come l’amarone, una volatile alta (anche di 0.90) serva a dare complessità e profondità agli aromi senza portare nessun problema secondario. Non per niente tanti amaroni con volatili “modernamente” controllate a 0.40/0.50 riescono con difficoltà ad esprimere i loro profumi.

 

Veniamo alla qualità media dei vini assaggiati che, come vedrete cliccando qui , è molto alta. Questo non tanto per i vini top, ma per una lunga serie di buoni prodotti con almeno tre stelle che arrivano al 60% dei vini degustati. La cifra sale a 80% se ci mettiamo anche i vini con 2.5 stelle: considerando la nostra naturale tirchieria ci porta ad affermare che oramai la media qualitativa degli amarone in commercio e veramente molto alta, come è però alto il “rischio” di non goderseli se bevuti da giovani.

 

Vi diamo un’anticipazione, dato che nel fine settimana dell’Anteprima Amarone 2013 noi di Winesurf saremo impegnati nella nostra riunione annuale, abbiamo deciso di mandarci “il ragazzo di bottega”, un  giovane con tanta passione che sicuramente si farà conoscere: Francesco Falcone.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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