Lune d’argent Bordeaux blanc Clos des Lunes 20144 min read

Lune d’argent si mostra di colore giallo dorato luminoso alla vista, ha naso agrumato, accompagnato da   note di  pesca bianca e floreali e un soffio di miele; sul palato è fresco e di buona intensità, molto armonico, di grande piacevolezza.

 

Si tratta di un ottimo bianco di Bordeaux, nel quale il Sémillon (il 70% dell’uvaggio) conferisce florealità e dolcezza , in perfetto equilibrio con l’agrume del Sauvignon. 

 

Attenzione: non si tratta di un Pessac-Léognan bianco, ma di un bianco secco di Sauternes. Un vino secco a Sauternes? In effetti i nomi di Sauternes e della vicina Barsac sono conosciuti in tutto il mondo per la produzione di eccezionali vini moelleux, al pari dei Tokaji ungheresi e degli Auslese del Reno e della Mosella. Può perciò sorprendere  che Olivier Bernard , patron del  Domaine de Chevalier, uno dei più importanti Châteaux delle Graves di Bordeaux,  che produce già uno dei migliori bianchi di  Pessac-Léognan , abbia deciso  di produrre vini bianchi secchi proprio a Sauternes.

 

Per la verità non è che questi ultimi mancassero del tutto in quel territorio, anche se sono alquanto rari e per quanto debbano essere commercializzati sotto la denominazione non proprio attrattiva di Bordeaux blanc. Loro  capostipite é  l’Y di Yquem, il più prestigioso Château di Sauternes, l’unico Premier cru exceptionnel.

 

Y è fatto con le stesse uve dello Château d’Yquem: 10.000 bottiglie ricavate in prevalenza da uve Sauvignon e da Sémillon non ancora attaccate dalla Botrytis.

Dapprima prodotto irregolarmente, solo in alcune annate, dal 2004 lo è ormai tutti gli anni. Yquem non è rimasto solo: anche altri grandi Châteaux del Sauternais producono  un loro bianco secco, come S di Suduiraut o Le G de Guiraud, le R de Rieussec, e a Barsac anche Doisy-Daëne ha il suo.

Il loro esempio è destinato a diffondersi. I vini dolci di tutto il mondo sono toccati da una crisi di mercato, da cui non sono rimasti immuni nemmeno i grandi Sauternes.

Ma quello del Sauternais è un terroir capace di produrre anche vini secchi di alta qualità. Perché allora non tentare anche questa carta, magari accompagnata da una modifica del disciplinare che preveda dei Sauternes secchi accanto a quelli liquorosi, evitando di confondersi con il mare di vini bianchi di poco pregio di cui è pieno l’Entre-Deux –Mers? Del resto Vouvray è la dimostrazione che si possono proporre nello stesso territorio  degli eccellenti vini secchi accanto a quelli dolci e che gli uni non nuociono affatto agli altri.

 

Ecco allora che  il gruppo Castel, di cui fa parte anche il Domaine de Chevalier, ha deciso di acquistare vigne (da principio 27, poi divenuti 45 ettari) per produrvi  vini bianchi secchi, cominciando a proporre, dal 2012 (prima vendemmia), con il marchio Clos des Lunes, tre etichette: in ordine di prestigio e di prezzo, Lune Blanche, la cuvée di entrata, più semplice immediata, Lune d’Argent e Lune d’Or.   

 

Le vigne del Clos des Lunes appartenevano, prima di essere acquistate da Bernard,  allo Château Haut Caplane, una proprietà fino ad allora conosciuta per la produzione di vini dolci senza distinzione, ma vicina a Chateau Guiraud (l’altra proprietà di Bernard a Sauternes) e Yquem.

 

Lune d’argent ci è parsa la cuvée più “classica” delle tre, la più riconoscibile nella tipologia dei bianchi delle Graves. Il vino del 2014  proviene da  vigne di età media di 35 anni , site in  due terroir complementari, Sauternes (graves profonde), che conferisce  la potenza,  e Bommes (suoli costituiti da graves su substrato argilloso-calcareo),  che contribuisce con la freschezza. La resa, molto bassa, è di 26 hl./ha. Le  uve  sono raccolte a mano e pressate lentamente con una pressa pneumatica, senza essere diraspate  e senza macerazione.

 

L’affinamento è stato effettuato in parte in barriques (25%) e per il resto in vasche. Il vino è attualmente forse  nel suo momento migliore, anche se potrà essere conservato senza grandi difficoltà ancora per un paio di anni.

 

Lune d’Argent è proposto alla vendita in Italia da Millésima (www.millesima.it)  a 155 euro la cassa da 12 bottiglie.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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