Un male da evitare: quello dell’esca. Seconda parte2 min read

Sono diversi gli accorgimenti da seguire per prevenire infezioni disastrose.

• asportare tempestivamente piante morte o irrimediabilmente colpite (ad esempio viti colpite da apoplessia che tornano a vegetare nella stagione successiva) e materiale infetto rimanente dopo il risanamento dei ceppi colpiti, che possono costituire una palese fonte di inoculo.

• non abbandonare nel vigneto o interrare il materiale di risulta delle potature, ma allontanarlo e bruciarlo prontamente (oggi purtroppo molti produttori non danno peso a questo aspetto).

• contrassegnare le piante colpite sin dalla comparsa dei primi sintomi fogliari per potare separatamente le viti infette da quelle sane onde evitare la trasmissione dell’inoculo dalle prime alle ultime.

• effettuare la potatura invernale il più tardi possibile per consentire un più rapido ed efficace processo di cicatrizzazione della ferita.

• utilizzare degli strumenti opportunamente disinfettati nonostante non vi siano certezze sulla trasmissione di infezione da una pianta malata ad una sana disinfettare gli attrezzi di potatura durante l’esecuzione della pratica, costituisce ancora una misura precauzionale.

• disinfettare i grossi tagli e le ferite accidentali con mastici cicatrizzanti, meglio se formulati con fungicidi; disinfettare le piante che hanno subito danni da eventi meteorici (grandine, gelo, etc.).

• sostituire i tutori vivi che possono ospitare gli organi di riproduzione dei microrganismi con tutori di cemento.

• eventuale ricorso ad interventi di risanamento consistenti nel taglio dei ceppi fino al raggiungimento del tessuto sano (40-50 cm sopra il punto d’innesto) sulle viti che presentano i caratteristici sintomi.

• ridurre la meccanizzazione del vigneto soprattutto per quanto riguarda le operazioni di potatura e spollonatura.

• evitare inutili stress alla pianta.

 

Il mal dell’esca purtroppo non può essere debellato per svariati motivi tra cui certamente una scarsa attenzione nella gestione delle piante malate. In Friuli Venezia Giulia sono diverse le aree colpite e tenute sotto controllo, ma ciò purtroppo non basta per eliminarlo.

Nessuna varietà è immune al mal dell’esca, anche se occorre spesso tenere conto dell’età della pianta, della varietà e soprattutto della sua gestione: sicuramente una viticoltura intensiva è tra le controindicazioni. Tra le varietà più sensibili in regione vi sono il Cabernet Sauvignon proprio per la natura del legno che risulta più molle rispetto altre varietà, il Sauvignon blanc, il Picolit e il Carmenere perché la vigoria della varietà porta il potatore a intervenire in maniera drastica sulla pianta.

Tra le varietà mediamente sensibili sicuramente il Tocai e lo Schioppetino, mentre sembra risultare poco sensibile il Refosco.
Sicuramente una maggiore consapevolezza durante le fasi di potatura e nella gestione del vigneto causerebbero meno danni alle nostre viti, che come l’uomo possono ammalarsi e morire se curate male.

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


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