Come provare a fare il Lavin Lover e vivere felici: l’addio5 min read

Mi accorgo solo adesso di non aver trattato minimamente uno dei punti fondamentali per un Lavin Lover, quello in cui una storia, breve o lunga (per un Lavin Lover spesso brevissima, da bravo farfallone amoroso enoico) ma sempre e comunque intensa, finisce.

Come detto nel mondo del Lavin Lover questo avviene sovente, lasciando così la malcapitata di turno a fare i conti con i cocci di un rapporto e spesso anche con i cocci lanciati contro l’improvvido e comunque fuggente LL.

Ma un LL che si rispetti non può chiudere in maniera triste e scontata un  rapporto. Deve permettere alla fanciulla di avere un grande ricordo dei momenti incredibili che il Lavin Lover le ha concesso. Per questo, qualsiasi LL che porti questo nome dovrà, assieme al benservito , presentare alla fanciulla una serie di bottiglie (ovviamente sulla carta..siamo mica enoteche ambulanti) che sappiano lenire il dolore della separazione.

Inoltre un LL che si rispetti e sappia interpretare sino in fondo il suo ruolo dovrà assolutamente proporre bottiglie diverse a seconda delle situazioni e del carattere della fanciulla abbandonata.

Questo articolo presenterà quindi alcuni vini consigliati dalla P.A.L.L.I,N.A (Pregiata Associazione Lavin Lover Italiani, Naturalmente Attivi) ed utilizzati dai soci in queste occasioni.

Vorrei far notare come le righe sottostanti rappresentino un tesoro incalcolabile di cui le donne, specie quelle iscritte all’ A.F.F.A.S.C.I.N.A.N.T.E. (Associazione Federata Fanciulle Assolutamente Sgamate Comunque Inesorabilmente Notate Adescate Nei Tasting Enofili) non potranno non ringraziarmi.

In realtà da membro (ops!) emerito dei Lavin Lover sto per divulgare informazioni che una donna normalmente si merita solo dopo aver dato modo al Lavin Lover di mostrare tutta la sua immensa cultura enoica e soprattutto dopo che il suddetto ha ricevuto dalla suddetta dosi non omeopatiche di gnocca.

Ça va sans dire i vini consigliati non sono facilmente reperibili ma nessun Lavin Lover che si rispetti potrebbe consigliare un misero Krug Clos du Mesnil o simili.

Eccovi quindi alcuni consigli suddivisi per tipologia di donna.

 

La facile al pianto

 

Consigliamo una magnum del famoso “Titanic”, un  Lacrimone di Morrone d’Albone DOC usato in passato anche per il varo di mastodontiche navi che, specie verso la fine della bottiglia  riesce sempre a stimolare fortemente la funzione lacrimatoria-consolatoria.

 

La “facile”

 

Una bottiglia da 375 cl. di “Amami Alfredo” vino prodotto sulla via di Parigi dal vitigno Traviaton Dorè, uva bianca conosciuta e amata da molti, forse da troppi.

 

La non facile al pianto

 

Per riuscire a farla sfogare l’unica via perseguibile è quella del potentissimo rosso californiano Katrina, da uve Hurricane in purezza. Al primo bicchiere la fanciulla si sentirà come sollevata, si romperanno gli argini e le lacrime scorreranno a fiumi sommergendo il vostro ricordo.

 

La manesca

 

Per prima cosa si sconsiglia, almeno ai Lavin Lover  non masochisti, una bottiglia di “Fuoricampo Rosè” vino piacevolissimo ma imbottigliato in contenitori simili a mazze da baseball. La vostra scelta dovrà invece cadere sul “Nemmeno con un fiore” vino leggerissimo ma costosissimo, posto in vendita solo in Bag in Box di seta o, in inverno, di cachemire.

 

L’erotomane

 

In questo caso una doppia magnum del mitico e quasi introvabile “Straziami ma di baci saziami”, prodotto da uve Durello in durezza e purezza, potrà essere utilizzato anche come valida alternativa al Lavin Lover.

 

La pia

 

Qui l’affare si complica. Per fortuna Santa Madre Chiesa ha creato una linea di vini apposita, prodotta e imbottigliata nel Nuovo Mondo enologico, in particolare nella provincia Argentina di Rosario e vendibile solo in Vaticano con la vincolante indicazione di servirla a calici. Quindi tre calici di Pater, due calici di Ave Mater e quattro di Gloria, ( i tre dei vini top di gamma) sistemeranno la cosa.

 

L’intelligente

 

Non potrete non donarle una bottiglia di Q.I. Questo vino, prodotto attorno ad Harvard, riuscirà a stimolare le già sviluppate funzioni cerebrali della fanciulla, facendole subito capire quanto ha da guadagnare dalla cosiddetta perdita.

 

La raffinata

 

Consiglio almeno una cassa di Sentimentàl Nature della cantina Wanda Osiris. Questo vino spumante, prodotto con l’esclusivo metodo Charmant, sarà l’ideale compagno per gli almeno cinque minuti in cui lei penserà ancora a voi.

 

La campagnola

 

12 casse dello spumante biodinamico giapponese ZapVang de Brut. L’azienda si avvale comunque della consulenza di un famoso enologo francese dato che il vino viene prodotto con il particolare metodo “campi di noci”, in francese champenois, che consiste nel costringere chi vuole berlo a zappare una serie di campi dove, visto il calo della domanda di vino, si pianteranno alberi di noce.

 

La poetessa

 

Il famoso bianco marchigiano “A Silvia” servito mentre la legate alla seggiola, sia per i regolamentari sette anni di studio matto e disperatissimo previsti dal disciplinare, sia per non averla più tra i coglioni, sarà il degno modo per chiudere il rapporto.

 

La manager

 

Un soft drink durante un brunch e prima di un brain storming sarà il momento giusto per salutarla e offrirle una bottiglia di IWine, ovviamente in versione touch screen, che come la tocchi ti aumenta il tasso alcolico nel sangue. Consigliatele di aprirla durante un meeting sul brand.

 

La PR del vino


Qui solo i Lavin Lover di altissimo livello possono riuscire a chiudere bene il rapporto. Pensandoci bene per un LL forse è il caso di rinnegare momentaneamente il suo credo. Non consigliare un vino ma fare un passo indietro modello gambero ed offrirle un espresso. Lei potrebbe comunque continuare a farvi due maroni. In questo caso invitatela a cena ed offritele dei ricci. “AIS!” Griderà pungendosi un dito nel tentativo di aprirli. A quel punto prendete il coraggio a quattro mai e ditele la verità “Lo ammetto, è vero! Nelly è la sola donna della mia vita e tu al massimo, anche avendo un profumo divino, potrai essere solo spectator della mia gioia” Magari sarà tentata di andare da un advocate ma poi rifletterà e alla fine decanterà le vostre doti di Lavin Lover, specie se sarete stato, nel talamo, deciso, potente ma giustamente slow.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE