Marzo? Pronti..via!3 min read

Cosa potrebbe succedere dopo una stagione invernale come quella passata?

La fine dell’inverno ci prepara alla ripresa vegetativa della natura e negli ultimi anni la stagione che ci lascia lo fa sempre in modo più strano e anticipato rispetto alla normalità.

La stagione invernale che ci siamo lasciati alle spalle è trascorsa in gran parte nel più totale anonimato, se escludiamo la prima metà di febbraio che invece l’ha fatta da protagonista con il grande freddo.

Infatti l’inverno appena terminato sarà ricordato per il freddo e la neve: sono state sufficienti quelle prime due settimane di febbraio, nella quale si è scatenata una lunga ondata di gelo d’entità tuttavia eccezionale, per farlo risultare addirittura il più freddo dal 1965.

Il bello del mese sono state anche le escursioni straordinarie, anche di 40 ,gradi che hanno fatto storia. Pensiamo a Cuneo che è passata da una temperatura minima di -13.1° registrata il 6 febbraio ad una a massima di +26.4 ° del 29 febbraio!!
Dei mesi precedenti invece si può dire ben poco, anonimato puro!

Siamo usciti da un’estate rovente con vendemmie bollenti, giungendo ad una fine d’anno sottotono: solo qualche precipitazione nel mese di novembre in alcuni casi abbastanza intensa, ma altrimenti niente di che.

Provate a parlare con gli sciatori che stagione invernale hanno fatto e quanta neve hanno trovato al nord d’Italia: poca o niente!! Un disastro totale.

Adesso il grande problema di questo inizio di primavera è la siccità.

La situazione è davvero difficile nelle regioni del Nord e in Toscana: dopo un inverno molto secco, la carenza idrica potrà creare grossi problemi. La mancanza di precipitazioni ormai da mesi affligge le regioni del Centro Nord, soprattutto quelle settentrionali, che registrano un deficit idrico tra il 30 e il 50%, con i laghi in grave carenza idrica. Problema opposto invece al Sud, dove ci sono state alcune aree  come la Sicilia in cui è piovuto molto più del dovuto ed il surplus pluviometrico si è spinto anche oltre il 150%.

Nel frattempo tutto comincia a muoversi; in questi giorni sono diverse le segnalazioni di vigneti che iniziano a germogliare, e presentare le così dette punte verdi, con anticipi di 10-15 giorni sulle medie stagionali.

Situazione avvantaggiata anche dalle anomalie climatiche della prima metà del mese di marzo che hanno premuto l’acceleratore sulle piante.

Nel vigneto dobbiamo prepararci ad affrontare un po’ di tutto, poiché avremo diverse situazioni da affrontare, anche singolari.
Le scarse precipitazioni non hanno permesso la distribuzione nella soluzione circolante dei nutrienti apportati al terreno. In una situazione dove già le piante sono arrivate da una stagione 2011 stressante  a causa delle elevate temperature si prospettano carenze nutrizionali in vista. Si conferma l’importante del ruolo della sostanza organica (vedi Nutrizione biologica del terreno. Sapere per fare: a residuo zero).

Dovremo vedere la risposta vegetativa delle gemme dopo il freddo intenso che hanno subito a febbraio: ho trovato viti, soprattutto quelli più giovani, che per buona parte del tralcio fruttifero (parlo del Guyot) erano seccate. Inoltre negli inverni molto freddi si parla di incrementi delle malattie del legno.

Altra anomalia che si è riscontrata, è stata la scarsità del fenomeno del pianto: le viti sono passate dalla quiescenza invernale alla gemma cotonosa-punte verdi, senza rilasciare il classico liquido.

Quindi sarà tutto da valutare, ma soprattutto da osservare!, intanto qui non ci capisce più nulla, neanche i meteorologi sanno più che carte guardare per fare le loro previsioni del tempo.

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE