E dopo aver dato spazio alle vecchie annate di Morellino di Scansano (vedi) eccoci a parlare di quelle in commercio quest’anno. Quasi ottanta campioni tra Morellino e Morellino Riserva , con la netta prevalenza dei primi (più del 70% del totale) sugli altri.
All’interno del gruppo dei Morellino non riserva praticamente metà erano del 2013 e metà del 2012, due annate completamente differenti: la prima difficile per problemi legati al prolungarsi della maturazione ed a problemi sanitari dovuti a piogge o a basse temperature, la seconda difficile ma per motivi opposti, legati al caldo estremo. Da un punto di vista di pura piacevolezza il 2012 (e parlo anche e sopratuttto dei Morellino “base” assaggiati lo scorso anno) è indubbiamente di livello superiore rispetto al 2013.
Quest’ultima vendemmia ci ha presentato infatti vini con nasi ancora piuttosto chiusi ed in alcuni casi non nettissimi, tannini in diversi casi amari o verdi e immaturi. Bisogna dire che eravamo di fronte alle prime “truppe” dell’annata, ai vini che entrano per primi in commercio, a quelli sicuramente più semplice ed immediati, ma lo scorso anno gli omologhi del 2012 ci erano sembrati molto più centrati, rotondi e piacevoli. Questo in realtà non vuol dire che l’annata 2013 sarà sicuramente negativa: aspettiamo i Morellino che hanno bisogno di maturare, quelli che usciranno il prossimo anno (assieme alle prime riserve..ma di queste ne parleremo dopo) e solo allora potremo dare un giudizio definitivo sulla vendemmia.
Un parere definitivo possiamo darlo invece sulla vendemmia 2012: ci erano piaciuti quelli assaggiati lo scorso anno e ci sono piaciuti quelli usciti quest’anno, vini non solo più aperti, ma più pastosi, rotondi, con maggiore complessità e rotondità. L’alcol alto è un problema in pochissimi casi mentre quasi sempre la tannicità è decisa ma non esagerata e quasi mai squilibrata. Forse non dureranno molti anni ma……basta riguardarsi gli assaggi dei vecchi Morellino per stare attenti a come si parla.
E veniamo alle Riserve. In campo 2011 e qualche 2010 con risultati piuttosto buoni sia nell’una che nell’altra annata….a proposito di 2010: il miglior vino dell’assaggio è proprio una riserva del 2010, di un’azienda che ha sempre qualche problema in quanto a prontezza di vini. Adesso però questo 2010 è veramente notevole e forse lo sarebbero molte altre riserve di quell’annate, se le assaggiassimo adesso.
Qualcuna magari sarebbe ancora molto legnosa, (come diverse di quelle del 2011…) ma oramai è certo che il tempo fa miracoli in questo vino ed è altrettanto certo che il sangiovese maremmano ha bisogno di tempo, al pari di quelli di zone più blasonate, per esprimersi al meglio. Purtroppo, puntando quasi l’intero comparto al “rosso immediato e piacevole” si è persa per strada forse la vera anima di questo territorio, che è quella di rossi mediamente longevi e di buona struttura. Se consideriamo che molti dei vigneti sono giovani o sicuramente non superiori ai 10-12 anni possiamo immaginare quali margini di miglioramento ci possono essere.
Speriamo che i produttori sappiano coglierli e valorizzarli.