La stampa estera a portata di clic:Bourgogne Aujourd’hui, n. 134, marzo-aprile 20173 min read

Questo numero è doppio, in quanto contiene anche il supplemento Beaujolais, che si alterna periodicamente con quello dedicato ai Crémant .

In copertina, oltre all’annuncio dell’inserto, si annunciano gli assaggi delle annate 2013-2014 e 2015 dei vini della  regione settentrionale della Côte-de-Beaune: Aloxe-Corton, Ladoix, Pernand Vergelesses, e naturalmente Corton e Corton-Charlemagne.

Poi, ancora: Côte Chalonnaise delle annate 2014 e 2015, e un Dossier sulle cantine comunali, parte importante della grande storia della Borgogna.

Dopo l’editoriale di Christophe Tupinier, intitolato ai vini del 2015 in arrivo (grandissima, la loro attesa),si passa alle notizie: in prima posizione, l’annuncio della dotazione di generatori anti-grandine su 45.000 ettari di vigna, per proteggerli dalla ormai ricorrente strage di primavera.

Poi: ottima qualità (con poca quantità) alla vendita all’asta dei vini degli Hospices di Nuits-Saint-Georges, le preoccupazioni per la vendita del bosco della collina di Corton, e le rese, finalmente superiori alle attese, della vendemmia 2016 a Chablis.

Gilles Platret, da tre anni sindaco di Chalon-sur-Saône ed anche storico e scrittore di vini, risponde alle domande di Christophe Tupinier sul futuro dei  cru della Côte Chalonnaise, a suo parere con una storia non inferiore a quella dei vini della  della Côte-d’Or, essendovi in essa dei Domaines altrettanto antichi.

 

A seguire, un servizio fotografico sul consueto appuntamento di luglio dei vignerons di Ladoix-Serrigny sulla collina di Corton con gli appassionati per scoprire vini e  cibi del territorio.

 

Eccoci dunque alle degustazioni. Aprono quelle delle appellations del Nord della Côte-de-Beaune: risultati eccellenti  sulla collina di Corton, con ottimi rossi del 2014 e bianchi del 2014 e 2015 ad Aloxe-Corton, Ladoix e Pernand-Vergelesses, grande annata 2014 per i grand cru di Corton.Il focus di questo mese è  su uno dei grandi climat del Corton: Bressandes, con la carta dettagliata dei Domaines che possiedono proprie parcelle nei 17 ettari e mezzo della sua estensione.

 

Menzioni speciali per i vini dei Domaine Cachat-Ocquidant a Ladoix, Dubreuil-Fontaine,  Rapet Père et Fils  e Rollin Père et Fils a Pernand-Vergelesses. Di seguito è la degustazione dei bianchi e rossi della Côte Chalonnaise: Bouzeron, Rully, Mercurey, Givry e Montagny (meglio i bianchi del 2014 e i rossi del 2015).In evidenza: i Domaines Berthenet (Montagny) e  Jacqueson (Bouzeron), Château  de Chamilly e i Domaines Jeannin-Naltet , Louis Max e Yves e Loïc Suremain a Mercurey, Laurent Cognard a Buxy, Jean-Baptiste Ponsot a Rully, il Domaine Joblot a Givry.

L’articolo di Elisabeth Ponavoy affronta il tema della distinzione tra vini biologici e naturali e della confusione che ne è nata tra i consumatori: l’INAO riflette su come inquadrare correttamente questi termini. Il Domaine Hubert-Lignier a Morey-Saint-Denis è pronto a ripartire con la conversione alla viticoltura biologica: segue una bella degustazione di vini dal 1976 al 2014. Per la serie “Domaines et Maisons” Christophe Tupinier presenta la Maison Boisset, fresca dell’acquisto di una proprietà nel Jura (Maison Henri Maire) e dell’apertura di una nuova cuverie alle Ursulines a Nuits-Saint-Georges.

L’ultimo servizio di questo numero è dedicato alle Caves communales : Bourgogne Aujourd’hui presenta le nove cantine top. Infine, la gastronomia (Christophe Quéant a Le Carmin di Beaune) e i libri.

 

Il supplemento dedicato al Beaujolais è questa volta più corposo dei precedenti: 36 pagine a colori. Al centro, naturalmente, l’eccezionale annata 2015, annunciata dall’enfatico titolo “Il Beaujolais è tornato”. Sotto esame i 10 cru (Come far di meglio?). Di seguito la rivista esamina il tema di sempre: la gerarchizzazione dei terroirs. Si comincia con Juliénas (da conservare la bella carta a colori, a pag. 33). Infine la gastronomia, con l’Auberge du Cep, a Fleurie, una leggenda che rivive grazie ad Aurélien e Camille Mérot.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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