Giancarlo Rossi: quando l’esperienza e la bravura non servono più2 min read

A.A.A.  Esperienza ventennale nel mondo del vino italiano, conoscenza personale di tutti i giornalisti del settore, organizzatore di innumerevoli manifestazioni enoiche, promotore instancabile del vino marchigiano, intraprendente, automunito, offresi per lavoro presso struttura pubblica o privata del settore.

Non preoccupatevi, non siamo divenuti un giornale di annunci di lavoro, stiamo solo immaginando quale potrebbe essere il modo per presentare uno dei disoccupati più “occupabili” d’Italia, quel Giancarlo Rossi che, come direttore della marchigiana  Assivip (associazione interprovinciale produttori vini pregiati) è stato per quasi 20 anni il vero motore per la promozione enoica del mondo del verdicchio e dei più grandi vini marchigiani. Purtroppo l’Assivip ha chiuso e le sue funzioni sono passate ad un ente regionale che però, molto stranamente, non ha voluto tra le sue file Giancarlo, che da  dicembre sarà un disoccupato a tutti gli effetti.
Siamo veramente dispiaciuti nel constatare che Giancarlo Rossi,  sin dai primi anni Novanta  riferimento assolutamente positivo, affidabile e appassionato di ogni giornalista enoico italiano ed estero, ma anche per ogni persona interessata al vino marchigiano, non solo non sia stato assunto al volo ma lasciato in disparte, dimenticato.

Quindi oltre al danno della chiusura dell’Assivip ( anche se si spera che la nuova struttura regionale ne erediti in toto l’affidabilità) ci troviamo davanti alla beffa perchè la persona che qualcuno definì “Mister Verdicchio” non potrà continuare ad operare in favore dei vini marchigiani.

Da interisti sfegatati non possiamo che gridare, sperando che qualcuno, lassù in Regione Marche intenda:  “Non disperdete l’esperienza, la bravura, la passione di uno dei più bravi milanisti che abbiamo conosciuto!!”

 

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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