Costa Toscana IGT: un disciplinare rigido come un budino4 min read

Certe volte i comunicati stampa servono…a farti arrabbiare. Il caso si è riproposto oggi, leggendone uno dove l’Assessore al Turismo ed all’Agricoltura della Provincia di Livorno affermava, riferendosi alla neonata IGT Costa Toscana “…la conquista della nuova IGT Costa Toscana è uno stimolo per tutti noi, per le amministrazioni, per i produttori a condividere progetti rivolti alla autenticità ed alla qualità delle nostre produzioni, che oggi si distinguono in un mercato sempre più competitivo. Il lavoro di tutte le parti in causa,  non a caso, ha portato ad un disciplinare molto rigido perché ispirato esclusivamente al valore della qualità territoriale e produttiva di questi territori”.

Facciamo una bella tara al politichese spinto, mettiamoci sopra che una IGT, oggi come oggi, non si nega a nessuno, ma era proprio così importante in una regione che di DOC-DOCG-IGT ne ha da vendere?

Probabilmente si…… mi sono risposto, specie se il disciplinare è, come afferma risoluto l’assessore, molto rigido. Allora mi è venuta l’idea di andare a guardarlo questo disciplinare. Non è stato facile trovarlo ma alla fine ho recuperato la proposta di disciplinare del 16 gennaio 2009. Speriamo solo che il disciplinare definitivo sia “addirittura”più rigido.

Tipologie di vini: Bianco anche nella tipologia frizzante, abboccato, dolce. Rosso anche nella tipologia abboccato e dolce.Rosato. Novello. Passito. Vendemmia tardiva.  (Manca niente? Che so..vendemmia tardiva spumante o novello dolce leggermente passito?)

Uve: uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale composizione di vitigni ammessi alla coltivazione in Toscana. (detto in termini sintetici: tutte).

Zona di produzione delle uve.

Provincia di Massa Carrara: Fosdinovo, Carrara, Massa, Montignoso.
Provincia di Lucca:Forte dei Marmi, Pietrasanta, Camaiore, Viareggio, Capannori, Lucca, Massarosa, Montecarlo, Altopascio, Porcari, Seravezza.
Provincia di Pisa:Vecchiano, San Giuliano, Pisa, Fauglia, Crespina, Lari, Lorenzana, Casciana Terme, Terricciola, Orciano Pisano, Santa Luce, Chianni, Castellina Marittima, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo, Capannoli, Palaia, Peccioli, Laiatico, Montecatini Val di Cecina, Monteverdi Marittimo (Meno male hanno escluso Santa Croce sull’Arno e Pontedera, altrimenti i vini avrebbero potuto avere un forte sentore di cuoio)
Provincia di Livorno: l’intero territorio provinciale compresi i territori insulari (!!!)
Provincia di Grosseto: Follonica, Monterotondo Marittimo, Massa Marittima, Scarlino, Gavorrano, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Campagnatico, Scansano, Magliano in Toscana, Orbetello, Capalbio, Monte Argentario, Manciano,Isola del Giglio,compresi i territori insulari. ( Manca solo il Monte Amiata e poi la provincia è al completo).

Produzione massima di vino per ettaro.
Rosso – Novello – Rosato: resa di vino finito per Ha 70% , produzione massima  Hl 84.
Bianco: resa di vino finito per Ha 70%, produzione Massima  Hl 98.
(Il che vuol dire rispettivamente 120 e 140 q.li per ettaro……)

Non  c’è dubbio! C’era proprio bisogno di una IGT con un disciplinare così “rigido” (inoltre si può imbottigliare in tutta la Regione Toscana ed alle uve possono essere aggiunti fino al 15% di uve e mosti di altra provenienza), che possa essere prodotta praticamente in ogni luogo sulla costa, dove si possa usare qualsiasi vitigno ammesso in Toscana, in ogni percentuale e  abbia una resa di 120 o 140 q.li per ettaro.

Tutto questo per (cito testualmente l’assessore) “condividere progetti rivolti alla autenticità ed alla qualità delle nostre produzioni, che oggi si distinguono in un mercato sempre più competitivo”.

Quindi secondo il nostro assessore per fare qualità occorre poter piantare ovunque, qualsiasi vitigno producendo quasi 150 q.li d’uva.  Ero rimasto su altri concetti di qualità ma si vede che non mi sono aggiornato abbastanza.

Non voglio commentare questa nuova IGT, rischierei di dire cose troppo pesanti: mi pongo soltanto una domanda: “PERCHE’? A COSA SERVE?  A CHI SERVE UNA IGT DEL GENERE?

Adesso mi rivolgo ai produttori della costa toscana che proprio nei prossimi giorni presentano le loro nuove annate a Lucca: dato che l’Assessore Pacini nella stessa intervista ammette che “si è trattato di una iniziativa partita dal basso, dagli stessi produttori”, vorrei sapere quali sono i produttori che l’hanno chiesta e perché. Inoltre mi piacerebbe capire come facciate voi produttori ad avallare progetti come questa IGT che, sulla carta,  è l’esatto contrario del concetto di qualità.

Capisco che anche altre IGT e DOC non sono certo meno permissive, ma proprio per questo sarebbe bene smetterla di sfornare sovrastrutture che non servono a niente e cercare di far funzionare al meglio quelle che esistono già.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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