Tabella del tasso alcolemico: ma dove sei???3 min read

Ancora grazie ai lettori di Winesurf per avermi segnalato che la tabella pubblicata (vedi) su quanto alcol occorre in realtà per risultare positivi ai controlli, per legge deve essere affissa nei locali pubblici (Gazzetta Ufficiale n. 210 dell’8 settembre 2008 per il Decreto 30 luglio 2008). 

Attenzione, non in tutti i locali ma in quelli “…ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente alla vendita e somministrazione di bevande alcoliche”.

Quindi non nei ristoranti ma nelle discoteche, nei locali dove si tengono concerti, credo anche nei teatri e nei cinema. Tutti locali dove se si beve lo si fa senza accompagnarlo a cibi.
In questo articolo non voglio però tornare sul tema della differenza che c’è tra il bere mangiando ed il farlo a stomaco vuoto (vedi) voglio invece parlare un po’ di come agisca il nostro legislatore per prevenire o comunque affrontare il problema dell’alcol alla guida.

Pone un limite ufficiale (0.5 grammi per litro) senza ufficialmente comunicare che questo limite può essere superato molto più facilmente se si beve a stomaco vuoto. Anche se prepara una tabella ben precisa (vedi) non pensa di distribuirla nelle scuole superiori o di farla affiggere nelle bacheche di tutti i comuni italiani oppure, come ultima ratio, di metterla a disposizione presso le forze dell’ordine.

Come pensa invece di mettere a conoscenza i giovani dei rischi che corrono? Ma è semplice: chiedendo a chi gli vende gli alcolici di esporre in bella vista le tabelle. Del resto quale è la prima cosa che fa un ragazzo quando, verso le 3 di mattina  va in discoteca? Si mette a leggere le tabelle su quanto alcol gli serve per sballare. Non solo: dato che vanno esposte “all’entrata, all’interno e all’uscita dei locali” siamo sicuri che lo stesso ragazzo, dopo averle rilette durante le ore in cui sta in discoteca (magari chiedendo anche informazioni al barista), prima di uscire se le ripassa ben bene.

Come vedete siamo di fronte ad un utilizzo completamente sbagliato di uno strumento molto utile, che dimostra come si punti solo ad impaurire e sanzionare e non ad educare. Non si pensa di farla esporre nei ristoranti, dove una corretta informazione potrebbe servire veramente e sarebbe anche benaccetta, ma solo nei luoghi che non hanno nessun interesse a pubblicizzarla perché va contro i loro interessi immediati: quello di vendere più bevande alcoliche possibile. Come se fuori dell’Inferno, prima di essere catapultati dentro, si dovesse leggere un cartello con su scritto “Attenzione, fiamme libere”.

Sanzionare quindi e non educare: eppure il messaggio educativo potrebbe essere utile ed importante se proposto nei luoghi adatti, dove la somministrazione di alcolici non avviene per raggiungere il più velocemente possibile lo sballo ma per accompagnare degnamente ed in tutta tranquillità un pasto.

Che l’importante sia solo sanzionare lo dimostra anche un bellissimo articolo di Enzo Zappalà (vedi) pubblicato su Tigullio Vino, dove si spiega il metodo di taratura degli etilometri.

Se vale il detto “L’ignoranza della legge non è una scusa” perché buona parte degli italiani devono rimanere ignoranti, nel senso di ignorare i dati riportati nella tabella?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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