Alcol e guida: e se mangio?4 min read

Per Natale mi hanno fatto un regalo: un  etilometro tascabile che mi è  stato molto utile (evitiamo battute scontate…). Procediamo con calma: si tratta di uno strumento di facile uso, grande (o forse è meglio dire piccolo) come un telefonino, ha un breve cannello laterale in cui soffiare ed è dotato di display che ti segnala in maniera chiara ed in pochissimi secondi il livello di alcol, mettendoti eventualmente in guardia dal metterti alla guida.

 

Questo strumento, prima per curiosità e poi quasi per stilare una casisitica, è stato usato sia da me sia da molti commensali che ho avuto a pranzo o a cena. Ho voluto ripetere in varie situazioni “la soffiata” perché è accaduto quasi sempre una cosa che, alla luce di quanto viene detto ogni giorno, mi/ci ha fatto riflettere.

Pur bevendo buone dosi di vino durante i pasti, alla fine (quindi praticamente nel momento di mettersi in auto)l’etilometro segnalava che rientravamo abbastanza tranquillamente nei fatidici 0.50 previsti dal codice della strada. Eppure non mi/ci eravamo fermati al classico bicchiere o al bissarlo. Però lo stesso etilometro, se magari fuori e molto lontano dai pasti, bevevi un bicchierino di un superalcolico o un calice di vino, segnalava immediatamente un livello superiore di 0.50.

Nell’arco di una quindicina di giorni, grazie a tutte le feste comandate, queste prove si sono ripetute diverse volte, tanto da fugare prima il dubbio amletico che l’etilometro fosse mal tarato e subito dopo instillando il dubbio, questa volta iperbolico,  se siano tutte vere le frasi del tipo “Un solo bicchiere durante i pasti è il massimo assumibile per restare sia sobri sia nelle regole”.

Visto che sia io sia tutti i miei commensali (uomini e donne di età diverse e pesi molto diversi) ci sentivamo sobri ed avevamo anche la conferma “etilometrica” che lo eravamo, qualche bel dubbio sulla frase suddetta ci è venuto.

Chiariamoci! Non voglio passare per chi propone di ubriacarsi e mettersi tranquillamente al volante, oppure per quello che mette in dubbio fior di studi medici. Vorrei soltanto iniziare un discorso che potrebbe portare a calibrare in maniera diversa il rapporto che attualmente la stragrande maggioranza dei bevitori consapevoli ha con il vino durante i pasti a ristorante.

Sicuramente la causa scatenante della diminuzione del consumo del vino a ristorante (che colpisce quindi due settori, quello del vino e della ristorazione) è la paura di essere beccati positivi ad un controllo.
Lo spauracchio del “Uno-due  bicchieri massimo a pasto..per le donne un bicchiere è già tanto” è riuscito nell’intento di far crollare i consumi. Non ho dati per affermare che abbia fatto diminuire anche gli incidenti dovuti al troppo alcol nel sangue, soprattutto non ho dati per garantire che siano diminuiti gli incidenti di persone che, dopo aver mangiato e bevuto tranquillamente (diciamo la classica bottiglia che, da sempre, veniva bevuta da due commensali) si sono messe alla guida.

Quindi mi domando: che differenza c’è fra l’assunzione di alcolici fuori o durante i pasti? Gli studi che poi hanno dato origine a tutto quello che ci viene detto e quindi  alle conseguenti regolamentazioni,  che tipo di “assunzion”  hanno preso in considerazione? Quella del persona che beve a digiuno o quella della stessa persona che assume il medesimo quantitativo di alcol durante un normale pasto? Dove troviamo il raffronto tra i due casi? Non dico che non esista, chiedo soltanto se esiste e dove posso trovarlo.

Probabilmente gli studi sosterranno che una dose di alcol x, assunta o non assunta durante un pasto ha sempre lo stesso valore e produce lo stesso risultato. Questo, non portando assolutamente nessuna prova scientifica, mi sento di contestarlo da un punto di vista empirico. Dose x (diciamo un bel bicchiere) di vino e misurazione = livello fuori regola. Dose 3x dello stesso vino assunto durante un pasto e misurazione = livelli nella norma. Il tutto ripetuto più volte e con le persone/campione che si sentono  più sobrie dopo le tre dosi assunte durante il pasto che  dopo il bicchiere a digiuno.  Potete dire che è il tempo in realtà il fattore di variabilità, ma provate a farvi tre bicchieri di vino a digiuno in un ora e poi ditemi se, anche senza etilometro, ve la sentite di guidare.

In definitiva: ci piacerebbe sapere se tutti quelli che bevevano la loro sana mezza bottiglia di vino durante un pranzo o una cena è succube di un preconcetto diventato prima psicosi e poi legge, che equipara chi beve a digiuno a chi, come quasi sempre accade nella nostra cultura, beve durante i pasti.

E se fosse proprio così, sarà possibile porci rimedio?

 

Voglio ringraziare la G3 Ferrari, ditta produttrice del mio etilometro, per la gentilezza e la velocità dimostrata nel fornirmi informazioni tecniche riguardo agli etilometri

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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