Montalcino: i risultati delle indagini ed i primi commenti.3 min read

I fatti: questa mattina (sabato 18 luglio 2009) la Guardia di Finanza di Siena ha indetto una conferenza stampa dove ha reso noto i risultati delle indagini sul caso Brunello di Montalcino.  Al termine delle indagini, riguardanti le annate dal 2003 al 2007, oltre 1.300.000 litri di Brunello sono stati declassati ad IGT  mentre 5,4 milioni di litri sono stati ritenuti idonei e quindi dissequestrati.  Durante le indagini sono stati sequestrati anche 400 ettari vigneti a Brunello sui quali erano coltivati vitigni non Sangiovese. Di questi, al termine delle indagini, ne sono stati dissequestrati 350 “regolarizzati”.

Nel comunicato emesso  si legge che le indagini portate avanti  "Hanno consentito di accertare che  imprese vinicole ilcinesi hanno violato i disciplinari di produzione dei vini Brunello di Montalcino D.O.C.G., Rosso di Montalcino D.O.C., Chianti D.O.C.G. e I.G.T. Toscana Rosso". 

Per questo sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siena 17 responsabili di aziende vinicole, di cui 8 hanno richiesto il patteggiamento e 9 hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini per i reati di frode in commercio e falso in atti, in alcuni casi commessi in associazione, nonche’ per il reato di false informazioni al Pubblico Ministero.

In una dichiarazione, riportata dal telegiornale di Rai Tre Toscana, è stata rilasciata la seguente dichiarazione “E’ emerso che le frodi commerciali sono state agevolate dal comportamento scorretto del Direttore del Consorzio  e di due ispettori. Questi sono stati raggiunti da avvisi della conclusione delle indagini preliminari per  i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e falso in atti pubblici”.(chissa perchè l’unico nome fatto e addirittura sottolineato è quello del Direttore del Consorzio che è una persona precisa, mentre i due ispettori potrebbero essere chiunque e di aziende e relativi responsabili non si è detto assolutamente niente .n.d.r)

 

Primi commenti a caldo. Le indagini hanno accertato che una frode e neanche piccola (1.300.000 litri di Brunello sono quasi 1.700.000 bottiglie, su una produzione annua di poco più di 8 milioni di pezzi) c’è stata.  Facendo un conto della serva e considerando anche il fatto che il vino declassato apparteneva probabilmente a più annate, almeno il 15% di Brunello (proveniente dai 400 ettari di vigneti incriminati o da "cisterne amiche??) in alcune annate  era taroccato. Tutto questo ha portato già a patteggiamenti e comunque ad incriminazioni che avranno bisogno di tempo, forse di anni, per dirci qualcosa di certo.

Nel frattempo cosa rimane? La certezza che qualcuno ha fatto il furbo e che non lo ha fatto una sola volta. Non crediamo infatti che 400 ettari di vigneto si possano piantare dalla mattina alla sera. Inoltre, visto che le annate incriminate sono quelle dal 2003 al 2007, vuol dire che si parla di vigne piantate in precedenza, perché nessuno produttore ilcinese, per quanto taroccatore, metterebbe nel Brunello uve da vigneti con pochissimi (3-4) anni di vita. Si parla quindi, come minimo, di vigneti del 2000 o precedenti. Nel 2000 non esisteva l?Erga Omnes, ma l’Albo vigneti si. Chi ha dato il via libera a quei vigneti? Ci piacerebbe tanto saperlo. Ci piacerebbe tanto saperlo anche perché abbiamo l’impressione che, tra patteggiamenti e procedimenti “lumaca” si sia arrivati al classico “Tarallucci e Brunello”.

Chi scrive non è una “tricoteuse” inferocita perchè non cadono più teste dal patibolo, ma una persona che si ricorda i sequestri in cantina degni di Apocalypse Now, la quasi militarizzazione di Montalcino ed il conseguente impatto mediatico in cui uno dei vini più famosi del mondo ha rischiato di sciogliersi come neve al sole. Ora come neve al sole sembra sciogliersi altro….

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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