Un labirinto di nome OCM, con ciliegina di nome E-BACCHUS.4 min read

Dal “REGOLAMENTO (CE) n. 479/2008 DEL CONSIGLIO del 29 aprile 2008 relativo all’organizzazione comune del mercato vitivinicolo.” (per gli esseri umani: OCM)

Estratto dalla considerazione 27.

Il concetto di vino di qualità nella Comunità si fonda tra l’altro sulle specifiche caratteristiche attribuibili all’origine geografica del vino. I consumatori possono individuare tali vini grazie alle denominazioni di origine protette e alle indicazioni geografiche protette, benché l’attuale sistema non sia completamente a punto sotto questo profilo.”

 

Credo di essere uno dei pochi sfortunati che ha cercato di leggersi da cima a fondo  le oltre 60 pagine, scritte in purissimo burocratichese, di quel documento definito OCM del vino europeo.
Lo ammetto subito. Ci ho capito veramente poco. Quel poco  cerco di passarvelo.

Sopra avete trovato una frase che, nella sua semplicità mi ha colpito. Praticamente i nostri governanti ammettono di aver creato un sistema (per adesso???) imperfetto.

Tale imperfezione, almeno per me, la possiamo toccare con mano leggendo parte della considerazione 42.

Dall’esperienza è emerso che spesso non è opportuno differenziare le norme di etichettatura a seconda della categoria di prodotti vitivinicoli. Le norme dovrebbero pertanto applicarsi in linea di principio a tutte le varie categorie di vino, compresi i prodotti importati. In particolare, dovrebbero permettere l’indicazione della varietà di uva da vino e dell’annata sui vini senza denominazione di origine o indicazione geografica….”

Avete capito bene: i Vini da Tavola potranno avere l’annata. Non solo: l’indicazione dell’annata non sarà obbligatoria, ma solo facoltativa, per vini DOP ed IGP.

A proposito di vini DOP e IGP  L’articolo 34 dice:

Ai fini del presente regolamento si intende per:  «denominazione di origine» il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto di cui all’articolo 33,paragrafo 1……”

Lo stesso si legge per i vini IGP 

"«indicazione geografica» l’indicazione che si riferisce a una regione, a un luogo determinato o, in casi eccezionali, a un paese che serve a designare un prodotto di cui all’articolo 33, paragrafo 1…”

Cosa mai ci dirà l’articolo 33 paragrafo 1? L’articolo 33 paragrafo 1 recita:

Le regole relative alle denominazioni d’origine, alle indicazioni geografiche e alle menzioni tradizionali di cui ai capi IV e V si applicano ai prodotti di cui all’allegato IV, punto 1,punti da 3 a 6 e punti 8, 9, 11, 15 e 16.”

Chiaro vero???

Ma non preoccupatevi: potrei tediarvi per ore sulla basilare incomprensione di un testo che forse si basa proprio sulla voluta cripticità per andare avanti. Su questo però farò lavorare gli altri, nel senso che sto preparando alcune domande sull’OCM vino da proporre durante il prossimo  Vinitaly  a direttori di consorzio, politici e quant’altro. Mi sa che ne sentiremo delle belle.

Tornando a DOP ed IGP: sembrerebbero comunque ben delineate e chiare, almeno nella mente del legislatore: questo mi sembrava fino a quando non sono arrivato ad “E-BACCHUS”, la banca dati ufficiale della Comunità Europea sulle indicazioni geografiche protette (quindi per quelli che potremmo definire DOP e IGP) per i vini originari degli Stati membri e dei paesi terzi. Potete divertirvi anche voi andando su http://ec.europa.eu/agriculture/markets/wine/e-bacchus/

Questo motore di ricerca ti permette di vedere tutti le denominazioni dei vini degli stati membri (e pure di quelli "terzi"), dividendoli in tre categorie.

 

1.Vini di qualità prodotti in una regione specifica (DOP)

2. vini con una indicazione geografica (IGP)

3. Vini da tavola con indicazione geografica (Tavola…IGP????)

 

La sorpresa è nella terza categoria, dove si possono ritrovare tutti gli attuali vini IGT, che quindi sono stati declassati a “Vini da tavola con indicazione geografica”.  Ben 117  ex IGT italiane ( da Toscana a Maremma Toscana, da Puglia  a Sicilia, da Campania a Emila) si trovano adesso catalogati come “Vini da tavola” anche se con “indicazione geografica”. Facendo la prova del nove nella categoria “Vini con indicazione geografica” troviamo il file completamente vuoto. Non esistono  IGP, solo Tavola IGP. Questo cosa vuol dire? Si tratta di un marchiano errore oppure di un declassamento di fatto che andrebbe clamorosamente in contrasto con il dettato dell’OCM? Chi ha autorizzato e pubblicato questi dati? Inoltre: è possibile che nessuno in Italia  gli abbia dato un’ occhiata e non abbia chiesto la rettifica? In definitiva: i vini IGT continueranno ad esistere come IGP o come Vino da tavola IGP? Se vi sembra una cosa da poco……

 

Comunque potete consolarvi: E-BACCHUS riporta anche le IGP concesse ai cosiddetti "paesi terzi". Sarete sicuramente felici di sapere che la nostra cara Unione Europea ha dato l’IGP (non tavola IGP!!!) ai vini brasiliani della “Vale do Vinhedos” o a quelli di Napa Valley. C’è di che stare allegri.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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