giornali e guide del futuro: addio al cane!5 min read

Visto come sono andate le cose mi dispiace non aver potuto partecipare. Infatti  la manifestazione organizzata a Firenze dall’amico Guido Ricciarelli, intitolata “Quelli che…le guide”, deve essere stata molto interessante, visto anche gli echi che ha avuto sul web. Era così strutturata: diversi responsabili di guide di vini “cartacee” si sono seduti ad  un tavolo per discutere del  momento  di questa particolare forma di giornalismo. Attorno produttori interessati ed interessanti, nonché colleghi giornalisti che collaborano o hanno giornali telematici e non.

Il succo del discorso, portato proprio ai minimi termini, mi sembra possa essere questo. Noi che facciamo le guide di carta siamo adesso i padroni di questo piccolo mercato. Abbiamo però una paura becca che , nell’arco di qualche anno, qualcuno fiuti il business ed i tempi che cambiano (magari non in Italia, ma l’importante è partire) e le guide che oggi vanno per la maggiore debbano o traslocare sul web o chiudere.

Vediamo un pochino quando di vero ci può essere in questa “velata”affermazione. Andiamo con ordine. Circa dieci giorni fa ho letto il sunto di una relazione interessantissima di Rupert Murdock (proprietario di Sky, ma anche del Wall Street  Journal e di molto altro in editoria). Enunciava alcuni concetti chiari e profondi:  uno di questi era che il giornalismo attuale per sopravvivere sarà costretto a cambiare. Non si tratterà di diventare o meno meri strumenti dei potenti, ma di capire che il lettore vorrà sempre ricevere notizie, ma in maniera diversa. Faceva un esempio, per me, tremendo ma calzante. Molti giovani mettono su casa senza sentire il bisogno di averci dei libri dentro. Sono quelle case che anch’io ho visto, assolutamente senza carta  e che in futuro diventeranno, forse, una cosa comune.

Murdock sostiene comunque che i giornali cartacei continueranno a vivere, ma dovranno essere “fortemente” affiancati da metodi telematici per invogliare il pubblico a leggere le notizie. Fa diversi esempi che implicano un uso della tecnologia (computer, palmari, telefonini di ultimissimissima generazione etc) certamente ancora lontani dalla nostra vita di tutti i giorni, ma forse dieci anni fa avremmo previsto quanto “tecnologici” saremmo stati oggi? In poche parole, il mondo galoppa verso continui cambiamenti (non tutti, per la verità , positivi) ed è certo che alcuni ci interesseranno solo in parte, ma coinvolgeranno in pieno le generazioni nate a partire dagli anni Ottanta. Queste saranno e sono i lettori di oggi e di domani, coloro a cui le notizie non arriveranno più portate in bocca dal cane mentre ti metti le pantofole la sera, ma in un qualche modo appena ti svegli. Piccolo esempio: per noi portatori di insonnia l’Hang Seng (indice della Borsa di Hong Kong), che ti arriva sin dalle tre del mattino sul televisore, riesce (se negativo) a farti andare di traverso la giornata. Eppure dieci anni fa non sapevamo nemmeno cosa fosse (e forse si viveva meglio….ma questo è un altro discorso). 

In un mondo che va così veloce il web sta ottenendo (nel mondo anglosassone ha ottenuto) lo spazio che si merita. In Italia siamo ancora leggermente indietro, visto che non molti hanno dimestichezza con internet, ma le figlie di miei amici Italiani trasferiti in Nuova Zelanda fanno i compiti e leggono i libri sul web. Questi ragazzi, quando saranno grandi, sentiranno ancora il bisogno di riempirsi la casa di libri?

Vediamo adesso i sicuri lati positivi di internet: mi scuso in anticipo ma devo fare giocoforza esempi che conosco bene, quindi parlare di  Winesurf . Con costi risibili, non solo rispetto all’equivalente cartaceo ma in assoluto, riusciamo ogni anno a degustare e mettere on line da 3000 a 3500 vini! Molti meno di una qualsiasi guida di settore, che però fa solo quel tipo di lavoro, mentre noi abbiamo almeno altre 7-8 rubriche da seguire settimanalmente ed ognuna ci porta  via praticamente lo stesso tempo.

 Se ci dedicassimo solo alle degustazioni, con una redazione “minimalista” e l’apporto di una decina di collaboratori, saremmo certo in grado di fare lo stesso lavoro di una qualsiasi guida cartacea. Inoltre, grazie al web, possiamo assaggiare in momenti più adatti (per esempio i rossi importanti dopo l’estate) e quindi dare valutazioni più precise. Non abbiamo praticamente costi di editing, di impaginazione,di stampa. Possiamo correggere in tempo reale una valutazione sbagliata, possiamo riassaggiare lo stesso vino più volte. Degustando e pubblicando praticamente in tempo reale, assaggiamo i vini realmente in commercio e non quelli in affinamento, che usciranno tra uno o due anni. I mesi che passano dalla degustazione all’uscita della guida cartacea  sul web diventano ore. Praticamente in meno di un giorno le nostre degustazioni (accade già adesso!)  arrivano e vengono lette in tutto il mondo da  Zurigo, a Londra, da Monaco a Mosca, da Pechino a Los Angeles, da New York  a Città del Capo.

Potrei fare molti altri esempi ma credo bastino. Ora ditemi voi se, in un futuro non lontano, tutti questi vantaggi non saranno sfruttati da qualcuno che dirà: “Spendo cento volte meno e non è detto che, dal punto di vista pubblicitario, se ci so fare, ottenga per forza il misero equivalente. Basta che arrivi (in parte è già arrivata) la prima generazione di giovani senza carta in casa, ma con tre computer, cellulari “marziani” e l’abitudine ad usarli e le guide cartacee dovranno “anche” traslocare sul web. La vecchia cara guida non morirà ma dovrà essere rivista e diventerà in breve tempo“accessorio” di quella  via etere.

Quindi, caro Guido, “organizzator gentile” di ‘Quelli che ..le guide’: ti do appuntamento tra qualche anno a “Quelli che……le guide sul Web”.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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