Stefano Bonilli licenziato dal Gambero Rosso2 min read

Stefano Bonilli è stato licenziato dal Gambero Rosso. La notizia, confermata da varie fonti e di quelle che fanno molto rumore. Stefano Bonilli, creatore e direttore della rivista Gambero Rosso è stato licenziato (pare per giusta causa, ma non si hanno i particolari) dalla rivista che aveva fondato oramai quasi 20 anni fa. Sembra che addirittura in giornata debba “sbaraccare” l’ufficio e liberarlo prima di sera, portando via armi e bagagli.
Oramai da un anno le notizie del passaggio del pacchetto azionario di Bonilli ad altri investitori era cosa risaputa, ma si aspettava di sapere in che modo il “Patron” storico della rivista, avrebbe abbandonato la nave. Oggi lo sappiamo. A questo punto non credo si debba essere dei maghi per conoscere il nome del nuovo direttore: molto probabilmente sarà Daniele Cernilli, che così salirà ufficialmente sul ponte di comando. Non occorre ricordare che il Gambero Rosso è la rivista più importante sul vino e la gastronomia in Italia e che la sua guida dei vini, coeditata con Slow food è quella che ha fatto per molti anni il bello ed il cattivo tempo. Per questo mi rivolgo al nuovo direttore chiedendogli ufficialmente di confermare o smentire le voci che attribuiscono il pacchetto di maggioranza dell’editore e quindi del giornale e della guida a produttori di vino molto famosi (da tempo girano i nomi di Panerai e di Zonin). Questo perché ci sembrerebbe abbastanza strano che un produttore ( o più di uno) possedesse la guida che, con le proprie valutazioni, può stabilire il successo o meno di un vino, anche e soprattutto del suo. Oramai non è il caso di parlare di conflitti di interessi ma credo sarebbe giusto fare assoluta chiarezza. Chiudo con un caro saluto a Stefano Bonilli, augurandogli tutto il bene che una persona come lui merita. 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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