Antico Fattore: una cucina da premio…letterario e non solo2 min read

Siamo nel cuore di Firenze, tra il Ponte Vecchio e l’Accademia dei Georgofili, a qualche decina di metri da dove il 27 maggio 1993 una bomba mafiosa causò la morte di 5 persone e il ferimento di altre 48. Il ricordo è indelebile, e a quasi venticinque anni di distanza ancora fa venire i brividi.

 

E’ qui che si trova la Trattoria Antico Fattore, uno dei pochi locali tipici fiorentini per eccellenza (nasce nel 1865) e non solo per i suoi piatti della tradizione, ma anche per quell’attenzione che nel tempo il locale ha dedicato alle arti e alle lettere, con un occhio a quella che qualche decennio fa amavamo definire cultura materiale.

 

Il riferimento è al premio letterario Antico Fattore”, istituto nel 1931 e che allora ha visto premiati anche due futuri premi Nobel: Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo.

Il locale è stato anche un brillantissimo circolo culturale, famosi erano i mercoledì dell’Antico Fattore, giorno in cui si riuniva la tavolata, meta di pellegrinaggio di artisti come De Chirico, Morandi, Carrà, Andreotti, Sacchetti, Peyron (fratello dell’autore della ricetta delle sarde alla Peyron e proprietario di una bellissima villa vicino a Fiesole, oggi visitabile), Bacchelli e tanti altri.

 

 

Dopo l’interruzione dovuta alla seconda guerra mondiale, solo nel 1983 è ripresa la consegna dei premi, grazie anche all’azienda vinicola Ruffino che si è  offerta di riprendere l’attività.

Sono state create diverse sezioni del Premio (letteratura, enogastronomia, scienza vitivinicola), e tra i premiati troviamo nomi di tutto rispetto, come Indro Montanelli, Toni Morrison, Mario Vargas Llosa, Massimo Montanari, Alberto Arbasino.

 

Il locale è accogliente anche se nei periodi di affluenza turistica (ovvero 9-10 mesi all’anno) non è scontato che si trovi posto (si può prenotare tramite il sito).

 

Il menu è vario ma non troppo, e questo consente di concentrare l’attenzione su pochi ma interessanti piatti. Fra gli antipasti spicca il tris di affettati con prosciutti di pecora e del pratomagno e culatello, ma il palato gode soprattutto con il crostone di cavolo nero e fagioli: un vero crostone, cioè una fetta di pane di oltre trenta centimetri di lunghezza con abbondante cavolo rifatto nel pomodoro e, appunto, fagioli.

 

Da provare le pappardelle sul cinghiale, si apprezza sia il sugo che la pasta fresca.

 

Sui secondi sorvoliamo pure sulla tagliata con rucola e parmigiano, mentre la tradizione ritorna con l’immancabile bistecca alla fiorentina, qui servita su pietra ollare, e con altri due piatti storici: rigaglie alla salvia e involtini al carciofo.

 

Tra i vini prevalgono etichette del Chianti Classico, il servizio è professionale e nei tempi giusti.

           

Il conto non è proprio da umile trattoria, un pasto completo va sui 45-50 euro con il vino della casa.

 

Trattoria Antico Fattore

Via Lambertesca 1/3r

50122 Firenze tel. 055 288975

 

 

Fabrizio Calastri

Nomen omen: mi occupo di vino per rispetto delle tradizioni di famiglia. La calastra è infatti la trave di sostegno per la fila delle botti o anche il tavolone che si mette sopra la vinaccia nel torchio o nella pressa e su cui preme la vite. E per mantener fede al nome che si sono guadagnato i miei antenati, nei miei oltre sessant’anni di vita più di quaranta (salvo qualche intervallo per far respirare il fegato) li ho passati prestando particolare attenzione al mondo del vino e dell’enogastronomia, anche se dal punto di vista professionale mi occupo di tutt’altro. Dopo qualche sodalizio enoico post-adolescenziale, nel 1988 ho dato vita alla Condotta Arcigola Slow Food di Volterra della quale sono stato il fiduciario per circa vent’anni. L’approdo a winesurf è stato assolutamente indolore.


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