E anche quest’anno partecipare a Terre di Toscana, giunta alla sua decima edizione, significava avere la possibilità di incontrare circa 130 vignaioli.
Vignaioli rigorosamente toscani, “armati” di oltre 600 etichette che, come sempre accade in queste manifestazioni a tema regionale, non coprono solo le denominazioni tipiche e blasonate, ma anche vini di zone meno note e a torto considerate meno vocate.
E quindi si assaggiano i vari Brunello, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano, passando anche per rossi di Bolgheri e per la prima DOC in bianco d’Italia (adesso DOCG) Vernaccia di San Gimignano, per anni bistrattata dal mercato e ultimamente giustamente rivalutata come ottimo bianco.
Non dimentichiamo il Morellino di Scansano, unito nel destino alla Vernaccia di vino ingiustamente trascurato e considerato, pure troppo, un “vinello” , i vari passiti e ovviamente i grandi Vinsanto, nonché i vini delle colline lucchesi e pisane, delle zone del Mugello, della Versilia e della Lunigiana.
Tanti vini che, come ebbi a dire anche in occasione di Mare Divino dello scorso anno , o li assaggi sul posto in occasione di una vacanza o difficilmente li trovi lontani dalla zona di produzione in enoteche e ristoranti.
Aperta domenica e lunedì sia agli operatori che al pubblico pagante, quest’anno, forse accogliendo in parte i suggerimenti di molti tra i quali il nostro , gli organizzatori hanno pensato di aggiungere il pomeriggio del sabato, portando così la manifestazione ad allungarsi piacevolmente nell’arco di tre giornate.
Questo ha fatto sì che qualche appassionato e/o operatore, che ripiegava sul lunedì per evitare la ressa domenicale, abbia preferito il sabato e così nei tre giorni le sale sono state molto meno affollate, malgrado il numero di presenze sia stato complessivamente superiore a quello degli scorsi anni.
Tra i 130 vignaioli partecipanti, alcune cantine new entry e alcune presenze “storiche” tra le quali una dozzina di aziende che sono anche state premiate per la fedeltà, essendo state sempre presenti sin dalla prima edizione.
Il lunedì è stata la giornata dedicata alle vecchie annate (o meglio, meno recenti): iniziativa molto attesa che personalmente ho potuto apprezzare solo con un Percarlo 2004 Magnum, con un frutto ancora sorprendentemente fresco ad una bevibilità assolutamente godibile.
A proposito, so di interpretare il pensiero di molti colleghi nel rinnovare il suggerimento che per questi vini forse sarebbe opportuno pensare a delle degustazioni riservate agli operatori. E’ vero che nella formula attuale si dà l’opportunità di degustare le “chicche” anche agli appassionati, ma purtroppo ho assistito a scene antipatiche dove a vini assolutamente preziosi non veniva dato il giusto valore mentre operatori che avrebbero apprezzato non hanno avuto il tempo di “cogliere l’attimo”.
In un’area dedicata, adiacente alle sale dei vini, c’era come sempre il settore food dove artigiani locali proponevano le loro leccornie con possibilità di assaggio e acquisto.
Sempre parlando di food, una conferma l’appuntamento con Golosizia, l’evento dedicato alle stelle della cucina toscana, ideato dal giornalista Claudio Mollo, che domenica 5 marzo ha intrattenuto il pubblico con cooking show dedicati alla "cucina dei castelli", grazie ai tre chef di Castello di Spaltenna (Gaiole in Chianti), Castello del Nero (Barberino Val d’Elsa) e Castello di Casole ( Casole d’Elsa).
Appuntamento all’anno prossimo, con Terre di Toscana, ma non perdetevi il 21 e 22 Maggio la quinta edizione di Terre d’Italia, dove 80 produttori di tutta Italia presenteranno le loro etichette. Io non me lo perderò!