Benvenuto Brunello: 2012 meglio del previsto ma…5 min read

Un manipolo di giornalisti e assaggiatori ha voluto sfidare la sorte lanciandosi in un funambolico assaggio di vini di Montalcino proprio di venerdì 17!!! I più temerari solo facendo scongiuri prima dell’inizio, i più superstiziosi presentandosi con corna e amuleti vari che hanno provveduto a piazzare tutti intorno alla loro postazione.

 

Ok, diciamo che non è proprio andata così anche perché molti di noi sono in viaggio da venerdì scorso ed ormai hanno perso la cognizione del tempo e pertanto nemmeno si sono accorti della data tanto temuta. In realtà, almeno dal punto di vista personale, una certa apprensione ha preceduto il momento dell’assaggio perché al banco di prova per  l’Anteprima Brunello c’era proprio la tanto discussa annata 2012.

 

Vale la pena ricordare attraverso un articolo da noi pubblicato a settembre di quell’anno come fu quell’annata: per i più pigri, in poche parole, fu un’annata con grande siccità e caldo in tutta la penisola. Quell’annata per giunta fu consegnata ai posteri con un bel 5 stelle da parte del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.

 

Dunque, tanta curiosità e apprensione per una degustazione che vedeva in assaggio circa 130 Brunello, senza contare le selezioni.

 

Molti degli assaggiatori si sono cimentati in una massacrante degustazione, vincolati anche dal fatto che, contrariamente alle precedenti edizioni, avevamo a disposizione solo un giorno per assaggiare in modo organico, rispetto ai normali, e più umani, due giorni degli scorsi anni.

 

Chi scrive ha operato una scelta: una selezione di circa 80 cantine, affinché il risultato degli assaggi fosse il più affidabile possibile e meno dettato "dall’ansia  da prestazione” che a volte rende meno sereno il giudizio.

 

In via schematica i risultati della degustazione si possono riassumere così.

 

Il colore: chi si aspettava dei colori piuttosto cotti ma anche di concentrazione superiore è rimasto piacevolmente sorpreso in quanto la tipica impalpabile trasparenza del Sangiovese è stata rispettata;  un primo segnale di speranza per un approccio un po’ più tranquillo all’assaggio. Se vogliamo la nota aranciata è stata certamente più marcata rispetto ad altre annate.

 

L’aspetto olfattivo: qua la situazione è stata decisamente meno omogenea, ma certamente si può dire che, coerentemente con l’aspetto visivo, sono mancate le note cotte che ci si potevano aspettare dal millesimo: Inoltre solo pochi campioni sono stati rimandati indietro per problemi. Il legno nella maggioranza dei casi è stato ben digerito e pochi ormai sono gli utilizzi plateali.

 

Al palato la pesantezza di alcuni campioni ha richiamato immediatamente alla coerenza con il millesimo, ma quello che ha colpito di più è stata la frequente trama tannica aggressiva e un po’ verde, scissa e male integrata rispetto al resto del corpo. Le acidità sufficienti ma mai troppo in evidenza.

 

In conclusione…

Difficile descrivere una decisa tendenza per il  Brunello targato 2012; i vini in generale conservano una loro  dignità, tali da non poter dire che l’andamento climatico abbia pesato pesantemente su di essi.

 

Si percepisce che ogni vino ha una sua storia in base alla posizione dei vigneti  e alle scelte operate dal produttore per difendersi dal clima. A questo proposito ognuno ha operato secondo sue convinzioni: magari rinfrescando i vini con un’annata successiva (il 2014 fa proprio al caso per una tecnica assolutamente lecita, 15%), oppure anticipando la vendemmia, e questa è la soluzione  più probabile per molti vini dalla trama tannica non matura che li rende quasi ingessati all’assaggio. Consapevole di essere smentito successivamente dai fatti, al momento non mi sento di poter dire che il millesimo 2012 sarà un’annata molto longeva, con vini che una volta aperti si dimostreranno ancora rigidi, da aspettare ma in un’attesa perpetua.

 

Comunque,  ci sono molti vini piacevoli e godibili fin da subito, che magari non hanno un potenziale di invecchiamento importante ma che possono fare la gioia di molti appassionati. La media dei punteggi è stata inaspettatamente buona rispetto alle previsioni.

 

In autunno torneremo per un assaggio più attento ed in quella sede sarà possibile verificare meglio lo stato del Brunello 2012.

 

Lascio Montalcino con molti bei ricordi ma anche alcuni pensieri: il ricordo della sala di degustazione gremita e delle facce stravolte dei colleghi alle 17 al termine degli assaggi, per non parlare delle stesse facce dopo qualche ora, alla cena di gala.

 

Bisognerebbe pensare che molti giornalisti o degustatori non vengono a Montalcino per “farsi vedere”. Molti colleghi, magari cambiando albergo ogni giorno, da una settimana cercano di assaggiare, parlare e scrivere nei momenti più disparati della giornata e non meritano di vedersi privare di un prezioso giorno in più di assaggi, specie  per una denominazione così importante che offre più 300 vini di varie tipologie.

 

Le aspettative legittime dei produttori di vederci girare tra i loro tavoli il secondo giorno comunque non saranno soddisfatte appieno, perché molti di noi saranno già partiti ed altri nemmeno verranno, sapendo che non potranno assaggiare vini con la dovuta calma e concentrazione.

 

Per non parlare poi dei colleghi stranieri che hanno avuto solo ieri l’unica possibilità di assaggiare tutti i vini del territorio prima di lasciare l’Italia fino al prossimo anno. Credo che un evento di tale portata, che tanto bene ha fatto Montalcino, anche aiutandolo a superare momenti difficilissimi, debba permettere a chi fa questo lavoro di essere messo in condizioni di poterlo fare al meglio, con la tranquillità degli scorsi anni.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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