La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 41, n.12 – 20162 min read

Una grande flûte accompagnata semplicemente dalla parola Champagne riempie la copertina di questo numero dicembrino di WS.

 

I titoli minori sono altrettanto laconici: Martinelli, il Tribeca Grill di Robert De Niro, Amarone. Apre l’editoriale di Shanken e Matthews, dal titolo “Francia, Italia e USA” alludendo i principali temi di questo numero (appunto Champagne, Amarone e il locale di De Niro).

 

Dopo il feedback dei lettori, le rubriche di GrapeVine: la divisione di Miraval dopo il divorzio tra Pitt e Jolie, accessori per i formaggi e per i cocktails, e ancora le pagine degli editorialisti (Laube sul “paese dell’elasticità”, ossia sui cambiamenti del modo di fare il vino nella Napa Valley,  Kramer su che cosa rende grande un’annata).

 

Il primo servizio, di Alison Napjus,  è dedicato allo Champagne, il potere della festa:  i grandi  territori,  i rating delle annate, le migliori cuvées.

E poi lo Champagne a tavola, con le ricette e gli abbinamenti  di Owen Dugan. Emma Balter presenta le bollicine di qualità e a buon prezzo nel mondo (non manca naturalmente il Prosecco).

 

Tim Fish intervista e racconta Lee Martinelli, i suoi vigneti  e i suoi vini (Zinfandel, Chardonnay, Pinot Noir).

 

Eccoci dunque all’Amarone, il “potent italian red”. Ne parla Alison Napjus, che presenta i suoi preferiti, come si fa e  come invecchia (1990, 1997 e 2006 a confronto).

Un ampio servizio sul Tribeca Grill di  Robert De Niro e Drew Nieporent e la scuola del vino di David Gordon chiude il numero prima della Buying Guide.

 

Due vini toscani, un Barolo e un Aglianico del Vulture fanno parte delle selezioni degli Highly recommended e dei Collectibles, quelle di maggior pregio, ma c’è una presenza italiana (ancora Toscana) tra gli Smart Buys.

Alla fine le FAQ di Dr. Vinny.

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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