La stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France, n. 606, 2016,4 min read

Pinot noir di Francia a confronto: Bourgogne, Loire, Languedoc, Alsace, Jura nella “Degustazione della verità”, annuncia enfaticamente il titolo principale di copertina.

 

I titoli di contorno: Bourgognes su Internet, Dieci cuvées molto speciali di Cognac, Gigondas l’outsider tallona Châteauneuf-du-Pape, i migliori 100 Champagnes rosé della RVF, viaggio indimenticabile in Jurançon, non dimenticate i grandi rossi portoghesi.

 

Denis Saverot apre il fascicolo con il suo editoriale (“Pinot noir: l’emballement”) , che presenta la degustazione dei Pinot neri e i suoi risultati sorprendenti.

Lo stesso Saverot intervista François Perrin, titolare, col fratello Jean-Pierre, dell’icona Beaucastel e vinificatore del rosé di Brad Pitt e Angelina Jolie a Miraval (che ne sarà di Miraval col divorzio?).

Le “attualità” parlano della conferma di Christie’s alla grande Asta degli Hospices di Beaune per altri cinque anni, del whisky prodotto da Jean Moueix, patron di Pétrus, vini secchi a Sauternes per affrontare la crisi,  miele nelle vigne, vendita diretta di vini su Smartphone, vecchi cépages a Saint-Mont, l’espansione dell’AOC Chinon, le tracce di un vino di 6.300 anni fa in Grecia, cinema e vino, contraffazioni di grandi bottiglie…

E poi ancora: vini francesi nelle nebbie per la Brexit,  cinghiali e insetti predatori delle vigne, un libro sui Lur Saluces (ricordate Yquem?), i paesaggi della Provenza nell’arte, Emmanuel Krivine, direttore musicale dell’Orchestra nazionale di Francia (preziose bottiglie di Bourgogne come cachet di un concerto al Clos de Vougeot).

 

Dopo le lettere dei lettori, la RVF sceglie i dieci migliori siti Internet sui quali acquistare Bourgognes online; il ristorante Le Duc, a Parigi, all’angolo tra boulevards Raspail ed Edgar-Quinet,  propone il grande accordo tra aiguillettes de bar au citron verte et chassagne-montrachet, e, di seguito, Olivier Poels raccomanda i bianchi giovani sui ravioli giapponesi.  

Lo Jurançon è la destinazione  del viaggio del mese: che cosa leggere prima di partire, dove sostare,  le buone tavole, i vignerons. Claudie e Bruno Bilancini, proprietari dello Chateau Tirecul La Gravière a Monbazillac, raccomandano :” Niente acquari (bicchieri troppo ampi) per gustare il Tirecul La Gravière” (prego astenersi da ironie).

 

Nel servizio che segue, di Roberto Petronio, si confrontano due famosi Domaines di Porto, ben conosciuti per il loro vini fortificati, la Quinta de Noval e la Quinta da Romaneira: non dimenticate i loro grandi rossi secchi, avverte Petronio, commentando in parallelo i vini di sei annate, dal 2004 al 2012.

Sébastien Lapaque parla della vigna di fratello Odon, a Barroux, che il vecchio frate continua a curare  prima di recitare Messa , Pierre Casamayor presenta i Morgon di Louis Claude Desvignes (nomen omen!), situati tra la Côte du Py e il climat  Douby: dei Gamay che bisogna saper aspettare (memorabili 1995 e 1996).

Dopo un commento di Jean-Robert Pitte sulla viticultura biodinamica, restiamo nel Beaujolais  per conoscere meglio il cru Fleury. Alexis Goujard dedica un ampio servizio al Salon des Vignerons indépendants di Parigi, presentando i vignaioli di cui occorre necessariamente andare ad assaggiare i vini.

 

Ancora: grandi Cognac, il mercato delle aste (con Musigny, Rayas e La Chapelle di Jaboulet ad animare l’atmosfera,  e le variazioni decennali dei prezzi di Margaux).

Arriviamo dunque alla sezione delle grandi degustazioni, ora posta alla fine di ciascun numero della RVF:  Pinot noir di Francia,  i migliori 100 Champagne rosé , Gigondas, le scelte dei degustatori della RVF, discussione su una bottiglia di Riesling Steinert 2012 di Pierre Frick.

Solo un accenno alla degustazione dei Pinot nero. Assolutamente  alla cieca, gli esperti della RVF hanno assaggiato cuvée provenienti dalla Borgogna e dalle altre regioni francesi nelle quali si producono vini da Pinot noir (dall’Alsazia al Sancerrois ) e hanno cercato di stimarne il valore, poi confrontato con i prezzi reali.

Che i grandi cru della Borgogna, vista l’ascesa mostruosa dei prezzi di queste ultime vendemmie, pur valutati in modo corrispondente al loro valore, risultassero  troppo cari rispetto alle stime degli assaggiatori, è comprensibile (Clos de la Roche del Domaine de la Pousse d’Or, costo 125 euro alla proprietà, valutato in media 86 euro). La sorpresa è stato un piccolo Sancerre rouge (la Cuvée Prestige del Domaine Daniel Crochet: prezzo reale 17 euro, la stima media degli assaggiatori, 92).C’è di che riflettere. 

 

Al fascicolo di novembre, come negli anni precedenti, è allegato il quadernetto con gli indirizzi dei migliori cavistes di Francia. Peccato che manchi un elenco  alfabetico delle città, per cui ritrovarne una se non si conosce esattamente quale sia il dipartimento di cui fa parte diventa un’impresa.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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