Franciacorta DOCG a 2.90 euro a bottiglia? Purtroppo si!2 min read

Avete letto bene! Un Franciacorta, quindi un vino DOCG metodo classico, con una resa per ettaro piuttosto bassa, che per almeno 18 mesi deve stare sui lieviti (con conseguenti grandi spazi per essere stoccato) che  viene venduto nel migliore dei casi dopo quasi due anni dalla vendemmia, che ha una bottiglia da vini spumanti, quindi più pesante e costosa del normale, il tutto a meno di tre euro al supermercato.

Un affarone!

 

Forse un affarone per la catena di Supermercati Tosano che, beffa del destino, ha la sede vicino a Cerea, dove ogni anno si svolge ViniVeri.

Magari è molto meno affarone per tutte quelle cantine di Franciacorta che cercano di vendere i loro prodotti a prezzi  normali, il che vuol dire, come minimo, almeno a 6-7 euro in più.

E’ molto meno affarone anche per le enoteche, che devono vendere un Franciacorta  almeno a 10-13 euro in più.

 

Per questo Vinarius,  la più grossa associazione di enoteche italiane, attiva da più di quaranta anni, ha emesso un comunicato : per chiedere spiegazioni al Consorzio Franciacorta su come sia possibile una cosa del genere e cosa intenda fare per porvi rimedio.

Nel comunicato si legge anche che non è la prima volta che una cosa del genere succede e questo non fa certo bene all’immagine del Franciacorta e a tutto l’indotto che lo commercializza.

 

Anche se in questi giorni stiamo assistendo a catene di supermercati che vendono a prezzi stracciati vini DOC e IGT, un Franciacorta DOCG a 2.90 € ci sembra veramente una cosa su cui puntare il dito, se non altro per far capire a tutti che il Franciacorta ha costi nettamente superiori e così tutelare  il lavoro di tutta la filiera, dai produttori ai rivenditori finali.

 

Tra l’altro, come si vede dalla seconda foto, oltre al danno la beffa: accanto al Franciacorta a 2.90 c’è un Prosecco DOC (quindi non metodo classico, prodotto con costi molto più bassi) a 2.80. Inoltre abbiamo notizie (e foto) di Franciacorta DOCG Rosé a ben… 1.90€ a bottiglia.

 

Ci affianchiamo a Vinarius nel chiedere chiarimenti al Consorzio e fin da ora proponiamo un’intervista al Presidente Moretti per discutere la cosa.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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