La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 40, n.9 20162 min read

 C’è molta Italia in questo numero di Wine Spectator. A cominciare dalla copertina, nella quale campeggia la foto di Ludovico Antinori , il  creatore di Ornellaia.

Un altro titolo annuncia i cinque trend vincenti del vino italiano.

C’è poi spazio per i Sauvignon blanc neozelandesi e per Russell Bevan,l’anticonformista della Napa.

 

Si comincia con l’editoriale di  Shanken e Matthews, dedicato alla caduta e alla rivincita di Ludovico Antinori, con la sua Tenuta di Biserno, dopo la cessione di Ornellaia. 

Seguono la posta dei lettori e le rubriche di Grapewine: le news dal mondo del vino, i formaggi ( formaggi a crosta lavata americani), il caffè (ci sono le app), il design (la casa tra le vigne di Sabrina Dassano e Matteo Sardagna Einaudi), le cantine private (quella fantastica di Bob Clark, un inno ai vini della Napa di annate storiche), lo shopper, le pagine degli editorialisti (Laube sulla vendita di Vietti e i cambiamenti nelle Langhe; Kramer sulle trasformazioni, in meglio e in peggio,  dei vini nel mondo).

 

Ed ecco “Antinori il Prodigo”, l’articolo dedicato a Ludovico Antinori  e alla sua risalita dopo la vendita di Ornellaia a Mondavi e quindi al suo concorrente Frescobaldi. Il servizio è completato da una ministoria di Ornellaia dall’anno della sua fondazione (avvenuta nel 1981) e da una review dei vini della Tenuta di Biserno. 

E’ ancora Italia nel servizio che segue immediatamente e ai suoi trend ascendenti: naturalmente i grand cru toscani, l’alto Piemonte e i suoi Nebbioli alternativi, la Sardegna e la sua cornucopia di uve autoctone, l’Aglianico (del Vulture, irpino e pugliese)e i rosati (con Centro e Sud d’Italia in vetrina). Bruce Sanderson parla del “trionfo della Toscana” e della superba annata 2015: i ratings delle ultime vendemmie a Montalcino, a Bolgheri e in Maremma, nel Chianti classico,  e i migliori vini  toscani delle ultime vendemmie  per Wine Spectator .

 

Al vertice il Messorio 2012, il Sassicaia 2013  e due vini della Tenuta di Trinoro (Campo di Camagi e Campo di Tenaglia 2014). Ancora Trinoro, ma i suoi possedimenti nell’Etna, al centro del servizio che segue di Robert Caputo.

 

Lasciamo l’Italia per andare in Nuova Zelanda, dove Mariann Worobiec parla della rescente popolarità dei Sauvignon  e dei Pinot noir di queste isole.

 

Chiude gli articoli prima della Buying Guide un ritratto-intervista a Russell Bevan sulla sua winery nella Napa Valley.

 

Eccoci alle selezioni di Wine Spectator. Questa volta  ci sono un Amarone (il 2010 di Dal Forno) e un Barolo (il Bussia Vigna Mondoca 2010 di Oddero ) fra quelle dei top wines.Le Cupole di Trinoro 2014, con i suoi 93 punti e un costo di 27 dollari in USA è ai vertici degli smart buys. In chiusura la posta di Dr. Vinny , che risponde sullo Zinfandel red e white.

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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