Marone Cinzano: cosa è veramente successo a Montalcino7 min read

Pubblichiamo l’intervista esclusiva che il presidente del Consorzio del Brunello, Francesco Marone Cinzano, ci ha concesso dopo quanto è apparso sia su internet che sui  giornali riguardante Montalcino ed i suoi vini.

 

Winesurf
Prima di tutto, presidente, grazie  per la sua disponibilità. Subito una curiosità? Quante interviste ha rilasciato in questi giorni? 

Francesco Marone Cinzano
Neanche poi così tante: tre o quattro!

 

 

W.
Ieri ho ricevuto, come molti altri miei colleghi un comunicato stampa dal consorzio. Vuole riassumerci molto brevemente quello che dice il consorzio e quali sono i fatti di cui si parla?

FMC.
Prima di tutto il fatto che dal 2004 il Consorzio del Brunello svolge un ruolo di controllo e di autogoverno dei produttori (erga omnes n.d.r.) e perciò per 3 anni il Consorzio ha ispezionato una grossa parte dei vigneti dei suoi produttori. Ha messo a posto una serie di piccole situazioni che non erano perfettamente in regola e grazie a questo possiamo dire oggi che in più del 99% dei vigneti di Montalcino c’è puro sangiovese, in linea con il disciplinare stesso. Questo è un fatto  importante perché alcune notizie o meglio “rumors”  parlano di una situazione che può essere riconducibile a questo lavoro responsabile e dettagliato che ha fatto il consorzio.

 

 

W.
Da quello che dice lei non si capisce dove stia “Il contendere”. Riprendo da Repubblica di stamani (27/03/08) edizione nazionale. “Frode in commercio: inchiesta sul Brunello…..   Non solo Sangiovese nel Brunello come vuole il disciplinare…… ma altri vitigni prodotti a Montalcino fino ad un 25% del totale…………. La procura di Siena ha indagato per frode in commercio i responsabili di cinque importanti aziende…….. La notizia è rimbalzata su alcuni Blog…” Questi sono i rumors a cui lei si riferiva prima. A voi adesso risulta che ci siano delle aziende indagate per frode o no?

FMC
A noi risulta che la Procura di Siena abbia indagato sull’operato di controllo del consorzio. Questo solo perché ha sentito i funzionari del consorzio stesso, quelli che hanno effettuato fisicamente i controlli, come persone informate dei fatti. Il procuratore si è fatto spiegare come sono stati effettuati questi controlli, con quale precisione etc. Il resto sono tutte speculazioni. Ripeto che il disciplinare del Brunello è molto chiaro: solo ed esclusivamente Sangiovese: questa è la regola e la forza del nostro vino. Se poi ci sono alcune pere bacate tra 250 produttori di uva e 200 imbottigliatori  spero che si mettano a posto e la cosa cessi al più presto. Sono comunque sicuro che siano di fronte a casi isolati.

 

 

W.
Cerchiamo di capire meglio, perché tra tutti questi "rumors" anche noi ci perdiamo. Quindi lei ci dice che i funzionari del Consorzio sono stati invitati in Procura a Siena, su una richiesta della procura stessa (la quale ha aperto le inchieste a cui accennavamo prima) come persone informate dei fatti. L’ho detto in maniera giusta?

FMC.
Si, in maniera corretta. Ma la cosa non è accaduta adesso bensì molti mesi fa.

 

 

W.
Questo non lo sapevo! I funzionari quindi sono stati sentiti in procura alcuni mesi fa.

 

W.

Lei mi ha detto quello che risulta ai fatti e non i rumors: ma lei, come Presidente del Consorzio,  sa mica se alcune cantine siano sotto sequestro?

FMC.
Io non ho alcun riscontro.

 

 

W.
Lei è convinto che il Consorzio abbia fatto tutto il possibile per tutelare la denominazione?

FMC.
Il consorzio sta facendo tutto il possibile: ha cominciato con il consiglio precedente e sta continuando. Sta effettuando controlli addirittura al di sopra dei parametri richiesti dal Ministero. Stiamo svolgendo controlli anche in cantina, che riguardano sia il vino in affinamento che quello imbottigliato. Abbiamo raccolto e stiamo raccogliendo campioni di vino imbottigliato, mandandoli alla Camera di Commercio perché  confrontino il campione in commercio con quello depositato: fino ad ora non è stato rilevato niente, tutti i vini sono risultati in linea.

 

 

W
Quali saranno i prossimi passi ufficiali del consorzio?

FMC.
Nei controlli stiamo studiando un maggiore ruolo per la definizione, aldilà del disciplinare, della tipicità del Brunello.

 

 

W.
A proposito di questo: anni fa si era parlato di utilizzare studi per selezionare il DNA del Sangiovese di Montalcino e poi controllare l’assoluta veridicità del vino. Ma non se ne fece di niente. Pensa che la cosa potrà essere ripresa?

FMC.
Il DNA delle diverse varietà di vino è difficile da identificare. Ma gli studi sono in evoluzione e ci si giungerà molto presto. Credo che tra poco tempo i controlli potranno essere supportati da dati analitici precisi di questo tipo, ma ancora non ci siamo arrivati. Non c’è ancora l’analisi infallibile.

 

 

W
Non ci siete arrivati, ma il Consorzio pensa di muoversi in questa direzione o di aspettare quello che succederà a livello scientifico?

FMC
Stiamo tenendo d’occhio cosa succede e ci doteremo degli strumenti quando questi saranno sicuri ed affidabili.

 

 

W
Torniamo un po’ al nocciolo del discorso. Secondo lei, se c’è un problema a Montalcino, è più un problema di cantina o di vigna?

FMC
Credo innanzitutto che ognuno debba prendersi le proprie responsabilità. A Montalcino ci sono produttori, viticoltori, imbottigliatori, consulenti e enologi. Se sono stati commessi degli errori, ripeto, ciascuno, dovrà prendersi le proprie responsabilità. Comunque, per venir a quanto mi chiedeva, il vigneto è molto più facile da controllare della cantina.

 

 

W.
Negli ultimi 5-6 anni noi giornalisti ci siamo trovati di fronte ad alcuni vini che, per colorazione (molto intense) e caratteristiche organolettiche generali, si staccavano abbastanza nettamente dalla maggioranza dei Brunello. Tanto da domandarsi come fosse stato possibile che tali vini avessero avuto l’OK  della commissione d’assaggio. Come pensa che si possano ottenere questi vini con un vitigno come il Sangiovese?

FMC
Ci sono vari aspetti: intanto il fatto di utilizzare barriques per l’affinamento aiuta a fissare il colore. Poi ci sono gli interventi correttivi autorizzati con vini di annate più recenti.
Del resto ci sono state  delle evoluzioni anche nei controlli: i risultati di quelli Erga Omnes, partiti con il 2003 si cominciano a vedere da adesso sul mercato e quindi invito tutti a Vinitaly, allo stand del Consorzio ad assaggiare i 140 e più Brunello presenti a Verona e cercare la risposta nella bottiglia.

 

 

W
Secondo lei, proprio in questi giorni  in cui si parla di mozzarelle alla diossina, ci sono rischi per l’immagine del Brunello?

FMC
Ci sono stati dei rumors che si stanno rilevando fuori luogo e non credibili e perciò l’immagine complessiva del Brunello non è a rischio. Non ci sono le basi di uno scandalo e quindi non sono preoccupato. Lo vediamo anche dalle richieste di prodotto in questa prima parte del 2008.

 

W
Se alcuni produttori verranno riconosciuti responsabili di una qualsiasi frode,  come si potranno punire senza farci rimettere tutta la denominazione?

FMC
Il Consorzio è un associazione con delle regole e andranno esclusi quelli che non seguono le regole.

 

 

W
Ultima domanda: i latini dicevano…”in cauda venenum”, ma questa è una domanda abbastanza scherzosa. Se avesse avuto la sfera di cristallo per guardare il futuro, avrebbe accettato, a suo tempo, di fare il presidente?

FMC
Si, avrei accettato! Sapendo che, come ho detto prima, c’è la volontà di produrre questo vino unico. Ed  è unico perché è solo Sangiovese e fatto solo a Montalcino.

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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