Le chiamavano mosche, ma erano api: Beaune Clos des Mouches Premier Cru Domaine Chanson.6 min read

Secondo un  antico detto, se Digione era la capitale della Borgogna, Beaune era la capitale del Borgogna.

E in effetti Beaune è una città che letteralmente trasuda vino: accanto a enoteche, bistrot à vins, ristoranti con carte dei vini ricchissime , non vi  mancano certo  i grandi Domaines e le Maisons storiche del vino borgognone.

Dal gigante Bouchard Père et Fils (1731) con i suoi 130 ettari di proprietà, a Patriarche (1780), acquistato  nel 2011 dal gruppo bordolese di Pierre Castel,  Louis Latour (1859), Joseph Drouhin (1880)  e, naturalmente,  Chanson.

Oggi (dal 1999) di proprietà della nota Maison di Champagne Bollinger di Aÿ, il Domaine  Chanson  era appartenuto, fino a quella data,  alla famiglia  Chanson dal 1847. In precedenza dei Verry, che avevano fondato nel 1750,  nel 1774 aveva trasferito il suo centro a Beaune, nei remparts del maestoso Bastion de l’Oratoire,uno dei cinque ancora presenti a Beaune, noto, al tempo della sua costruzione, agli inizi del XVI sec., come “La Tour des filles” perché nelle vicinanze stazionavano le prostitute .

Alla morte di Paul Chanson, avvenuta nel 1974, questo  storico Domaine cadde in una crisi profondissima, per essere rilevato, dopo una lunga agonia,  da Jacques Bollinger.

Oggi,  grazie al lavoro di Jean-Pierre Confuron, è finalmente ritornato al posto che gli compete.  Rimessa in coltura la vigna, ridotta in condizioni miserevoli, risanati i suoli, fino ad allora diserbati chimicamente, Il Domaine è passato alla lotta biologica  iniziata nel 2006, è ormai completa dal 2010. Un lavoro immenso ha richiesto la ricostruzione e valorizzazione dello straordinario parcellario del Domaine, comprendente più di 100 parcelle, che vengono monitorate  individualmente, e i cui vini sono oggi  interamente tracciabili ai fini dell’élevage e dei tagli.

 

Sotto le spesse mura del Bastion de l’Oratoire (otto metri alla base), dove la temperatura non supera mai i 12-14 gradi, viene effettuato  l’élevage in pièce di tutti i  vini del Domaine . La vinificazione avviene invece nella nuova cuverie nella vicina  Savigny-lès-Beaune, costruita in continuità con quella antica. I risultati di questa gigantesca ricostruzione si vedono tutti. I vini di Chanson si distinguono per la loro precisione e grande purezza d’espressione, dai crus più importanti ai vini dei più piccoli villages.

 

Chanson non è solo una nota Maison de négoce tra le più grandi e affidabili di Beaune: tutti i  suoi vini (da provare lo Chambertin-Clos de Bèze prodotto con le uve acquistate dal Domaine Pierre Damoy!) sono esemplari per qualità e precisione.

Il Domaine può oggi contare su 45 ettari di vigna di proprietà, che non sono certo pochi, in Borgogna,  in sette differenti comuni della Côte-de Beaune, tra premiers e grands crus: Ladoix-Serrigny, Pernand-Vergelesses, Savigny-lès-Beaune, Puligny-Montrachet, Chassagne-Montrachet, Santenay, e naturalmente a Beaune.

Ma è Beaune a fare la parte del leone nello straordinario portafoglio di questo Domaine: sono ben 27 gli ettari posseduti in questo bellissimo terroir e in 10 diversi climats premiers crus, da Bressandes a Grèves e Theurons. Tra i migliori premier cru di Beaune, insieme con il Beaune-Grèves Vigne de l’Enfant Jésus, bandiera del Domaine Bouchard,  è il premier cru monopole Clos des Fèves, di poco più di 4 ettari.

Ma il  Domaine Chanson è anche il secondo maggior proprietario, per estensione, dopo un altro storico Domaine beaunois, quello di Joseph Drouhin, che, con i suoi 14 ettari,  ne possiede quasi due terzi, di un altro cru dal prestigio secolare: il Clos des Mouches.

Questo Clos ha venticinque ettari di superficie, ed è il secondo premier cru di Beaune per estensione dopo Les Grèves. Situato tra i climats Les Montrevenots e Les Boucherottes, sui pendii del mont Saint-Désiré, orientati a sud-est, ad un’altezza compresa tra 255 e 312 metri di altitudine, con pendenze ripidissime, rappresenta il punto di congiunzione tra  il terroir di Beaune e quello di Pommard.

La porzione appartenente al  Domaine Chanson,  4.5 ettari , di cui 2 piantati a Chardonnay e 2.5 a Pinot noir,è quella confinante con i Premier cru les Aigrots e Les Montrevenots, nella parte più settentrionale del cru. Porzioni di gran lunga minori sono possedute dal Domaine Brigitte Berthelemot (un ettaro, a est della proprietà Chanson), dal Domaine François Gaunoux (0.71 ha., a sud-est), Thierry Violot-Guillemard (poco meno di mezzo ettaro, a sud-ovest) e Gerbeaut-Billard (appena  0.15 ha.), una striscia tra le proprietà Chanson e Drouhin, ben installata nel settore più meridionale, quello più vicino a Pommard, quasi a congiungersi con i premier cru Les Epenottes.

 

Ottimamente  esposto ai raggi solari, i filari del Clos si inerpicano verso la cima della collina, dalla cui vetta è appena visibile la piana sottostante: un tempo esso ospitava diversi alveari di mouches à miel (api), ciò che le ha dato  il caratteristico nome.

Sia l’esposizione ai raggi solari (la vigna  è in maggioranza orientata a sud-est) che la composizione del suolo  sono molto differenti  tra le diverse sottozone del Clos. Nella parte più alta, la più adatta allo Chardonnay, il sottosuolo è costituito da marne calcaree gialle, mentre il suolo soprastante è argilloso-calcareo  abbastanza sabbioso. Più in basso il sottosuolo  è costituito da roccia madre calcarea affiorante , ricoperto da un suolo magro argilloso-limonoso. 

 

Il Clos des Mouches bianco è forse più famoso di quello rosso e spunta generalmente prezzi lievemente superiori : è un vino di grande mineralità e finezza, dagli aromi di fiori bianchi e pesca, che talvolta ricorda i migliori Corton-Charlemagne. Il rosso non è però da meno: un Pinot noir flatteur, direbbero in Francia, da giovane, ma capace di invecchiare ottimamente, di grande rotondità, dai tannini di grana molto fine, perfettamente integrati.

 

E’ davvero molto bello Il Clos des Mouches  rouge  2009 del Domaine Chanson, oggi al momento giusto della sua evoluzione. Proveniente da un’annata calda, che ha dato vini spesso opulenti,   esibisce una esemplare freschezza , con note di frutta matura, ma non surmatura. Un Pinot più beaunois che di stile Pommard , com’è talvolta quello di Drouhin, giocato più sulla finezza che sulla potenza, magnificamente floreale, di  esemplare rondeur, che potremo godere ancora per alcuni anni.

Il Clos des Mouches blanc dello stesso anno , uno dei migliori prodotti da Chanson, è ricco e cremoso , offre note lievemente mielate e di fiori bianchi: il legno è molto ben integrato e il vino risulta grasso e di grande finezza.

Il costo in enoteca? Non meno di 100 euro la bottiglia.

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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