La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, settembre 20163 min read

Questo di settembre è un numero nel quale è protagonista assoluto il formaggio, sicché non casualmente il titolo grande di copertina è “The Cheese Issue”. C’è però un angolino anche per i migliori bianchi borgognoni e per il Pinot noir californiano .

 

L’editoriale di Marvin Shanken e Thomas Matthews  è dedicato al  rapporto speciale  tra formaggi e vino.

A seguire: il feed-back dei lettori e le consuete rubriche di GrapeWine.

Al centro dell’attenzione  Bordeaux di fronte ai cambiamenti del mercato e la strage delle querce californiane. Il nuovo proprietario de La Tour d’Argent di Parigi  spiega a WS come intende rilanciare la famosa icona della ristorazione francese.

Poi : i festival della vendemmia, Trade-direct coffee, focus sui grandi vini rossi del Sud Italia (Aglianico del Vulture), lo shopper del mese. Nelle  pagine degli opinionisti: James Laube parla di Paul Draper a Ridge, Matt Kramer  dei vini naturali (sempre più amati ma spesso disappointing), James Molesworth delle wineries di Long Island.

 

Eccoci arrivati al tema principale del numero: la cucina con i formaggi. Si tratta di dieci servizi, ciascuno su uno dei  grandi formaggi del mondo (si parte con la mozzarella e si finisce con i bleu).Per tutti, dopo una breve presentazione,  delle ricette da sperimentare  e i vini da accoppiare ad esse.Lo special match con la cucina alla mozzarella per WS? E’ con il Fiano di Avellino di Feudi di San Gregorio. E sul Parmigiano-Reggiano, l’”orgoglio italiano”? Il Lambrusco Rimosso della Cantina della Volta. Desta però qualche perplessità il Pinot nero californiano sui bleu (Stilton, Roquefort, Gogonzola). Chissà.

 

Dopo i formaggi, la “vibrante” annata 2013 dei bianchi borgognoni. Globalmente WS valuta l’annata 2013 dei bianchi tra quelle del 2006 e del 2009. I migliori sono complessi e di grande densità. Al vertice della graduatoria dei preferiti di Bruce Sanderson è il Montrachet di Bouchard del 2014. Allo stesso livello sono considerati altri quattro vini del 2013: Lo Chassagne-Montrachet  Premier cru Les Chaumées di Philippe Colin, il Montrachet di Ramonet e il Corton-Charlemagne di Roche de Bellène, e il Meursault Bouchères di Château Génot-Boulanger.

 

Il ritratto di questo numero è dedicato ad un produttore di Chablis, Christian Moreau. Prima della Buying Guide, si chiude con il Pinot noir californiano. Ad eccellere, nelle ultime sette annate, Santa Barbara, molto bene anche Sonoma (grandi 2009 e 2010), meno brillanti, ma su buoni livelli Carneros e l’Anderson Valley. Al top, per James Laube, è il Three sisters Vineyard 2010 di Marcassin, nella Sonoma Coast.

 

Ed ecco la Guida agli acquisti, con le valutazioni di vini un po’ da tutto il mondo.Questa volta è il nostro Barbaresco ad eccellere: due di essi, infatti,Asili 2011 della Cantina dei Produttori e il Basarin 2012 di Marco e Vittorio Adriano , entrambi nella lista dei vini “altamente raccomandati” , rispettivamente con 96 e 93 centesimi. Due italiani , entrambi toscani (ahi, ahi: dov’è il resto d’Italia?)  sono tra gli smart buys del mese: Chianti classico riserva  2013 di Castello di Monsanto, e il Tenuta di Castiglioni 2013 di Frescobaldi .

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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