La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 40, n.6 20162 min read

Tutta la pagina di copertina annuncia “The List”, l’elenco dei ristoranti nei quali si beve meglio negli USA e nel resto del mondo, i 3.595 vincitori degli Awards di WS nei 50 stati americani e in oltre 70 paesi. Un piccolo spazio in fondo è riservato ai bianchi portoghesi, al Brunello di Montalcino e al sidro americano.

 

Si comincia con l’editoriale di Marvin Shanken sulla credibilità dei rivenditori, poi il feedback dei lettori e la sezione GrapeWine, che comprende le news, gli eventi, i viaggi (questa volta i parchi nazionali), i formaggi (il Comté e i vini del Jura), gli spirits ( i punch), gli accordi perfetti (foie gras e muscat americano), le grandi cantine private (Craig Weiss, a Memphis),il wine focus del mese (Brunello  2011), le pagine degli editorialisti (Laube:sulle cantine e come affrontare l’accumulo di bottiglie; Kramer: il peso della reverenza nel bere vino).

 

Eccoci dunque agli articoli di questo numero. Il primo servizio è per i “sorprendenti” bianchi del Portogallo. Kim Marcus introduce il lettore alle diverse varietà di uva a bacca bianca portoghesi  e ai suoi vini “raccomandati” (bianchi e rossi), tra i quali primeggia il Douro.

 

A seguire Aaron Romano parla del sidro americano  e come berlo a tavola. La parte centrale (abbondante) del numero è tutta dedicata alla Guida ai locali del vino. Una serie di articoli presenta dapprima alcuni locali che si sono particolarmente distinti (da Blue Hill a The Restaurant, nella Napa),  poi seguono i 231 ristoranti  premiati , nei 50 stati americani, raggruppati per stato, in ordine alfabetico, e poi nel resto del mondo.

C’è anche l’Italia,  con 5 ristoranti che hanno ricevuto il massimo riconoscimento (il Grand Award). Non c’è grande rinnovamento: si confermano infatti l’Enoteca Pinchiorri, la Bottega del Vino a Verona, La Ciau del Tornavento,La Pergola di Roma e il Poeta contadino ad Alberobello.

 

E siamo infine alla Buying Guide. Nella scelta dei vini di maggior prestigio c’è un vino italiano, il Sassicaia 2013, e un altro (il Grechetto Grecante di Caprai) tra  gli Smart Buys. E’ tutto.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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