Germogliamento ed elezioni: tutto anticipato?3 min read

Pasqua è vicina, il 23 marzo, due giorni dopo l’inizio della primavera: nella stessa settimana del Prowein di Dusserdolf e addirittura prima del Vinitaly.
Poco dopo avremo le elezioni politiche anticipate, ma ci si potrebbe aspettare qualche altra cosa anticipata?
I viticoltori più anziani ed attenti dicono che quando c’è una Pasqua così “bassa”, nel senso vicina all’inizio dell’anno, la vite è tentata a germogliare in anticipo e presto. Se davvero così fosse, vorrebbe dire andare incontro al rischio di brinate primaverili con danni per la pianta!
La precocità del germogliamento è influenzata dal clima, che sappiamo essere tra gli attori principali di questa fase: certo che le differenze si hanno anche sulla base dell’ambiente e le tecniche di coltivazione, il vitigno ed altro ancora, ma la stagione gioca un ruolo fondamentale.
Visto che, per questo fine mese di febbraio, si prevede il proseguimento dell’alta pressione e temperature miti, dovremmo stare attenti alla tendenza climatica.
Nella fenologia della vite, in principio avremmo il pianto, il liquido che sgorga dalle ferite di potatura verso la primavera, e che indica la forte attività delle radici, condizionato dalla temperatura del suolo: per esempio la Vitis Riparia comincia questa attività a 10,5°C, la Vitis Berlandieri a 14°C circa.
Poi tra l’inizio del pianto ed il germogliamento dovrebbe intercorrere più o meno un mese, e segnare la data della fuoriuscita del liquido potrebbe darci delle indicazioni interessanti; nel frattempo all’interno del fusto e dei tralci, avviene il riacquisto dell’acqua perduta nell’inverno nonchè di una quantità rilevante di elementi minerali.
Un minimo di attività biologica, può essere rilevata a temperature che superano gli 0°C, dopo di che la possibilità  di schiusura  e quindi di germogliamento si ha (secondo diversi Autori) a temperature dell’aria dai 7°C ai 13°C, e diviene molto più rapido con temperature sino a 18°C.
Quindi se non fossero solo le elezioni politiche anticipate, ma anche la primavera, bisognerebbe aver paura della brina. Naturalmente per formarsi è necessario che nelle notti primaverili, la temperatura si faccia molto fredda, che il cielo non sia coperto e ci sia assenza di vento. Una volta poi che l’evento avvenisse davvero non vi è rimedio, l’unica speranza è nella fuoriuscita dei “sott’occhi”. Il germoglio colpito dalla brina annerisce e secca, speso tutto d’un tratto.
Tornando ad oggi: i vigneti sono in fase finale o quasi degli interventi di potatura, altri sono stati stralciati, (cioè i tralci della potatura sono stati staccaci dall’impalcatura dei fili e messi a terra). A questo seguirà la legatura: sarebbe opportuno effettuare questa ultima operazione in modo da stendere o legare il capo a frutto (cordone speronato, o  porzione di tralcio fruttifero che sia) disponendolo con la punta diretta al lato opposto a quello da cui spirano i venti più forti, che al contrario potrebbero rompere i teneri germogli in primavera, mentre con questo accorgimento resisteranno meglio.
Quindi prima di pensare di correre alle urne, pensiamo al nostro vigneto, ormai in piena campagna elettorale per la prossima vendemmia!

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


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