La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 41, n.5 – 20162 min read

La copertina è tutta per Robert Mondavi e i 50 anni della sua casa vinicola .

 

Sotto la sua grande foto, i titoli minori sono per il menu di Jean-Georges Vongerichten e diversità e valore dei vini australiani.

 

Ad aprire, come sempre, è l’editoriale di Shanken , ovviamente dedicato a Mondavi , poi il Feedback dei lettori  e le pagine di Grapevine, con le news, i personaggi, i viaggi, le rubriche.

 

Il wine focus di questo mese è dedicato ai Riesling tedeschi.

 

Poi le pagine degli opinionisti: Laube sulla frontiera finale di Steve Kistler  e i suoi Pinot nero della Sonoma e  Kramer (domanda e risposta: quali vini hai bevuto ultimamente?).

 

Come annunciato in copertina, il servizio principale è dedicato ai cinquant’anni della Winery di Robert Mondavi.

 

James Laube li ripercorre in un primo articolo, che precede l’album fotografico  e la famiglia Mondavi oggi.

 

Sempre Laube  presenta l’ assaggio di 47 annate del Cabernet di Mondavi. Jean-Georges Vongerichten il “tranquillo imperatore”, come lo definisce Owen Dugan, propone il suo  menu ideato per Wine Spectator  con le ricette e gli abbinamenti . Ancora Laube presenta il “luminoso futuro” dello Chardonnay californiano, con i suoi distretti più importanti e le migliori bottiglie, poi Anna Worobiec parla di vini australiani.

 

Anche quella del 2015 è stata un’ottima  annata, sui livelli del 2013 e del 2014, anche se inferiore (eccetto che in Victoria) alla vendemmia 2012.

 

Al vertice dei circa 500 assaggi effettuati per questo sevizio sono uno Chardonnay di Margaret River e due Shiraz (Barossa e Mc Laren Vale).

 

Eccoci finalmente alla Buying Guide.

 

L’Italia è presente nelle categorie più prestigiose del mese  solo con un Chianti classico riserva del 2011 .

 

Poi  Spagna, Francia (soprattutto Borgogna) , Australia , Portogallo, e naturalmente un po’ di California.

 


Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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