Oramai non sappiano bene nemmeno noi perché lo facciamo, perchè continuiamo, noi giornale di enogastronomia, a ricordare l’omicidio senza colpevoli di un carissimo amico e di sua moglie.
Undici anni sono passati dal quel 2 giugno 2005 in cui Libero Masi e sua moglie Emanuela Chelli vennero uccisi, anzi trucidati a colpi di mannaia, nella loro casa.
Libero Masi di lavoro faceva l’ avvocato ma aveva una grande passione per il cibo, il vino, l’enogastronomia. Questa passione l’aveva portato ad essere responsabile regionale di Slow Food in Abruzzo ed in questa veste l’avevo conosciuto e ne ero diventato amico.
Libero era una persona dolce, pacata, intelligentissima, sempre disposta ad aiutarti, sempre pronto alla battuta.
Potevi pensare tutto ma non che finisse così e soprattutto che un duplice omicidio del genere avvenisse, senza riuscire a venirne a capo, in un paesino della provincia di Teramo, Nereto.
Qui si sa tutto di tutti a tutte le ore e invece sin da subito nessuno aveva visto e sentito niente e la magistratura e la polizia brancolavano nel buio. Dopo cinque anni il caso venne archiviato e oggi, dopo undici anni, siamo qui a ricordare senza nemmeno sperare che un giorno il loro assassino possa essere conosciuto e condannato.
Perché lo facciamo? Forse perché vogliamo ricordare una persona per noi importante, forse perché non ci vogliamo arrendere all’evidenza, forse perché vogliamo condividere con voi la nostra tristezza.
Ciao Libero.