Undici anni dall’omicidio di Libero Masi!1 min read

Oramai non sappiano bene nemmeno noi perché lo facciamo, perchè continuiamo, noi giornale di enogastronomia, a ricordare l’omicidio senza colpevoli di un carissimo amico e di sua moglie.

Undici anni  sono passati dal quel 2 giugno 2005 in cui Libero Masi e sua moglie Emanuela Chelli vennero uccisi, anzi trucidati a colpi di mannaia, nella loro casa.

 

Libero Masi di lavoro faceva l’ avvocato ma aveva una grande passione per il cibo, il vino, l’enogastronomia. Questa passione l’aveva portato ad essere responsabile regionale di Slow Food in Abruzzo ed in questa veste l’avevo conosciuto e ne ero diventato amico.

 

Libero era una persona dolce, pacata, intelligentissima, sempre disposta ad aiutarti, sempre pronto alla battuta.

 

Potevi pensare tutto ma non che finisse così e soprattutto che un duplice omicidio del genere avvenisse, senza riuscire a venirne a capo, in un paesino della provincia di Teramo, Nereto. 

 

Qui si sa tutto di tutti a tutte le ore e invece sin da subito nessuno aveva visto e sentito niente e la magistratura e la polizia brancolavano nel buio. Dopo cinque anni il caso venne archiviato e oggi, dopo undici anni, siamo qui a ricordare  senza nemmeno sperare che un giorno il loro assassino possa essere conosciuto e condannato.

 

Perché lo facciamo? Forse perché vogliamo ricordare una persona per noi importante, forse perché non ci vogliamo arrendere all’evidenza, forse perché vogliamo condividere con voi la nostra tristezza.

 

Ciao Libero.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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