La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 41, n.22 min read

Il titolo grande di copertina è dedicato a Christopher  Baron e ai suoi grandi Syrah.

Sotto:  Pinot neri borgognoni 2013; Cile,rossi intensi, bianchi eleganti, poi il menu di primavera di WS con i vini in abbinamento.  

Apre il fascicolo l’editoriale dei due editors di WS, Marvin Shanken e Thomas Mattews, dal titolo “Un mago nello stato di Washington” (il mago è Christopher Baron).

Poi , in Feedback, le reazioni dei lettori agli editoriali di Kramer (numero di marzo) e Laube (numero di febbraio), le pagine di Grapewine: le potenzialità dei keg wines, i vini alla spina, le notizie dal mondo,i personaggio del vino,i formaggi (il queso asado ), gli amari; poi la rubrica  Wine & Design, nella retrospettiva si parla di Lafleur-Petrus, grande vino di Pomerol, gli acquisti scaltri, gli editoriali di James Laube (sull’unione degli  imperi vinicoli di Gina Gallo e Jean-Charles Boisset) e Matt Kramer (l’importanza dei dettagli).

 Il primo servizio  è sulla cucina visionaria di David Kinch, chef e proprietario di Manresa, Manresa Bread e Bywater .  Suo il menu di primavera di Wine Spectator, accompagnato dalla scelta dei vini.

Eccoci all’(ampio)  servizio centrale (quello messo in risalto in copertina): il vigneron di Walla Walla, Christopher, che trasforma le pietre in oro. Nato in Francia, l’inventore del marchio Cayuse, è uno dei grandi talenti del mondo del vino USA. A seguire i vini prodotti da Baron a Walla Walla, Washington, nel territorio delle Blue Mountains.

IL servizio successivo riguarda i Pinot borgognoni dell’annata 2013: lievemente al disotto del 2012, sui valori  medi del 2011; decisamente meglio nella Côte de Nuits, rispetto alla Côte de Beaune bersagliata dalla grandine.  

Bruce Sanderson presenta la lista dei suoi favoriti. Ai primi quattro posti sono quattro grands crus di Gevrey-Chambertin, due dei quali di Pierre Damoy, e il Richebourg di Méo-Camuzet.

Kim Marcus parla della rinascita del Madera e presenta i migliori (vecchie annate di Blandy’s, D’Oliveira e Barbeito , in prevalenza monovarietali da Bual).

Aaron Romano presenta i vini di Jeff Gaffner, maestro vignaiolo, poi è la volta del Cile, definita da WS una macchina per grandi rossi: cabernet, carmenères e blend.

Per finire la Buying Guide : molta Francia nelle categorie dei vini di maggior pregio, nessun italiano.

L’Italia questa volta manca anche nella vetrina dei vini “intelligenti”.
Poi le consuete rassegne di vini un po’ di tutto il mondo.

A chiudere il fascicolo, laa pagina di Dr. Vinny, che risponde ai lettori sui vini borgognoni.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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