London Wine Fair: uno scrigno pieno di perle4 min read

La London Wine Fair è sicuramente una fiera un po’ speciale.

Tutta la Gran Bretagna del vino si riversa a Londra per questa che rappresenta la più importante manifestazione britannica del settore.

Inutile sottolineare quanto il mercato inglese sia importante  nel marketing mondiale del vino, basti pensare alla sua centralità nel Commonwealth e quanto storicamente gli inglesi abbiano contribuito al commercio ed alla cultura del vino nel mondo. Inutile anche sottolineare quanto quello inglese sia un mercato di difficile penetrazione per i vini italiani, storicamente dominato da quelli francesi nella fascia medio-alta e da quelli spagnoli nelle fasce più basse, in particolare a partire dagli anni sessanta.

Era il periodo dei vini bianchi pallidi, “bianco carta” come si diceva allora; Rockers e Mods si davano battaglia sulle spiagge inglesi, i Beatles cantavano Help mentre i Rolling Stones lanciavano Satisfaction. Mary Quant creava la minigonna facendola indossare a Twiggy e l’Inghilterra diventava oltre alla capitale della musica anche della moda giovane.

Il vino ?  il vino seguiva la sua strada affermandosi sempre di più grazie anche ad una serie di piccoli importatori che senza alcuna prevenzione selezionavano e selezionano tuttora  vini da tutto il mondo. E’ appunto questo che differenzia la London Wine Fair dal resto delle altre manifestazioni. In particolare la sezione Esoterica, alla sua terza edizione, riunisce in questa sessione oltre 70 piccoli importatori , dove è possibile trovare, presso la stessa azienda importatrice, vini che vanno dalla Grecia alla nuova Zelanda.

Le curiosità non sono ovviamente poche come nel caso della Delibo Wine Agencies, presso cui è possibile degustare tutta la produzione o quasi di Prum con i suoi Rieslig, alcuni anche di vecchie annate.

Se si vuole qualcosa ancora di più particolare non c’è che l’imbarazzo della scelta: dalla selezione di EcleticWines  di vini greci che spaziano dall’isola di Creta a quelli del Peloponneso e Macedonia, aRedSquirrel Wine che presenta Veltliner Austriaci, autoctoni della Catalogna  come la Pansa Blanca, Riesling della Mosella, Malbec di Cahors e Shiraz Australiani.

Insomma il mondo in un bicchiere anzi tanti mondi e tanti bicchieri. Sezione molto ampia dedicata a Riesling e Pinot Noir gestita da Awin Barratt Siegel, agenzia specializzata soprattutto nell’importazione di questi due vitigni. Tanto per citare alcuni dei 13  produttori: Dr. Loosen della Mosella ;Donnhoff di Oberhausen sul Nahe ; Villa Wolf di Wachenheim e Pfalz ;  Leitz di Rheingau. Tanti Riesling che in Italia è impossibile degustare e soprattutto trovarli tutti assieme:  una occasione unica per gli appassionati di questo splendido vino in tutte le sue sfaccettature.

 

Per gli amanti del Grenache e dintorni  una selezione di Chateauneuf du Pape niente male. Una decina di aziende in tutto,  ma di buonissimo standard qualitativo

 

Per chi invece è alla ricerca di vini da importare, v’è una sezione a parte di oltre 80 aziende  che espongono in cerca di futuri importatori inglesi.

Al piano terra la Grand Hall accoglie le aziende più grandi dove primeggiano gli stand della Languedoc-Roussillon con 100 vini selezionati da una commissione guidata da Tim Atkin; i vini della Rioja;  i “nuovi vini” inglesi, Sparkling in particolare, ma anche qualche timido Pinot Noir. Grande presenza come era prevedibile dei vini Australiani che presenta no una selezioni di vini provenienti da diverse regioni vinicole ( Australia Occidentale, Sud, Victoria e Nuovo Galles).

 

Tanta Italia anche, ovviamente con il Prosecco di gran moda, ma anche tante altre realtà provenienti da tutta lo stivale. Inoltre incontri con i produttori, sessioni di degustazione e tanto altro ancora.

Una bella esperienza che consiglio a tutti coloro i quali vogliono allargare i propri orizzonti, cosa piuttosto difficile in Italia.

La London Wine Fair si conferma ancora una volta uno scrigno pieno zeppo di tante piccole perle. Appassionati curiosi come noi non hanno il tempo di riprendersi che subito si perdono in un’altra sezione di vini “diversi”: è di quest’anno un felice incontro con una selezione di piccolissime cantine australiane proveniente dalla Hunter Valley, la zona più fresca. Abbiamo assaggiato Veltliner (da soli 3 anni è possibile impiantarlo nel continente) e Riesling che ci hanno sorpreso piacevolmente e meriterebbero un divertente confronto con rappresentanti del vecchio mondo. L’efficienza e lo stile “familiare” con cui viene gestito l’intero evento lo rendono un  esempio anche se difficilmente imitabile.

 

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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