Vinitaly cinque anno dopo3 min read

Dopo cinque anni di assenza sono tornato al Vinitaly per una giornata (facciamo mezza,  dalle 9 alle 14.30) e così voglio fare qualche confronto tra il passato remoto di un lustro fa e il presente.

 

 

Traffico e parcheggio

 

Beh, ammetto che arrivando alle 7.45 e parcheggiando nello spazio riservato alla stampa non posso parlare. Però traffico zero e parcheggio semivuoto davanti alla Fiera nei giorni di Vinitaly sono esperienze che almeno una volta nella vita bisogna provare.

 

 

Accredito e ingresso stampa

 

Non solo mi sono potuto stampare il pass a casa, ma questo pass non ha avuto bisogno di ulteriori vidimazioni e controlli. Sono potuto entrare a dritto senza aspettare un minuto e anche prendere la borsa con la cartella stampa senza fare code. Inoltre il Vinitaly ha mostrato pure il suo volto umano, aprendo  i battenti per i giornalisti una ventina di minuti prima dell’orario.  Roba da non credere, avendo il passato come punto di riferimento.

 

 

Stands

 

Non mi sembra sia cambiato molto, per fortuna non hanno avuto uno sviluppo esponenziale gli stand a due piani (meno male, altrimenti prossimamente si sarebbe passati a tre…) e in generale mi sembra ci sia una maggiore sobrietà nell’allestimento.  Purtroppo continua la spudoratamente maschilista moda di mandare a spasso clamorose fanciulle-sponsor  fasciate di niente. Sicuramente gli occhi dei maschietti vengono allietati ma se io fossi una donna, prima di bere quel vino o di farlo bere a chi è con me…

 

 

Gente

 

Sarà che il martedì è una giornata più tranquilla, ma non ho visto le folle oceaniche di persone più o meno ubriache, che in passato invece erano una caratteristica. All’opposto ho visto gente veramente interessata al vino partecipare alle varie degustazioni-presentazioni, riempiendo le molte salette dove si tenevano questi seminari.

 

 

Cibo

 

Panini di plastica erano e panini di plastica sono restati, in più venduti a prezzi da panino imbottito di diamanti. Meno male che molti consorzi si attrezzano “in casa” e propongono cose di livello. Se il panino è di plastica i caffè sono di pece diluita: due casi su due assaggiati e lasciati lì.

 

 

Renzi

 

E’ venuto il giorno prima di me e mi hanno detto in molti che non l’hanno preso a pesci in faccia perché mancavano i pesci. Per fortuna cinque anni fa non c’era (ma c’era di peggio) e spero vivamente che fra cinque anni non ci sarà.

 

 

Vini

 

Qui la risposta è facile: non li assaggiavo allora e non li ho assaggiati questa volta. Infatti assaggiare le nuove annate a Vinitaly è un po’ come correre i cento metri con gli scarponi da sci: si potrebbe ottenere molto di più facendo la cosa in un altro modo. Nella migliore delle ipotesi non sono pronti, in più sono imbottigliati da poco e quindi pieni di solforosa, magari sono sbattuti dal viaggio e magari anche non a temperatura adatta. Non invidio certo i buyer e i colleghi che devono sfruttare la fiera per decidere acquisti  o punteggi.

 

In definitiva qualche miglioramento c’è stato ma da qui a pensare di tornare a “Vinitalyzzarmi” la strada è lunga.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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