Bottiglie pesanti: AIS, Slow Food, FISAR, ONAV, FIS, ASPI, ci rivolgiamo a voi!2 min read

Winesurf ha oramai 10 anni di vita (e li festeggerà domenica 15 maggio…preparatevi!) e sin dal primo anno abbiamo parlato del problema delle bottiglie pesanti. Abbiamo scritto articoli su articoli, coinvolto centinaia di produttori in inchieste e questionari online e sinceramente abbiamo raccolto briciole.

 

Tante pacche sulle spalle, tanti “Bravi, memo male qualcuno ne parla”, ma alla fine dei salmi crediamo di aver smosso ben poco. Lo dicevamo in quest’articolo di circa un anno fa (vedi) e da allora le cose non ci sembrano cambiate in meglio. Per esempio quest’anno a Natale ci sono arrivate in dono bottiglie di vino di aziende amiche, da sempre lettrici di Winesurf, che pesavamo più della slitta di Babbo Natale.

 

Per questo abbiamo deciso di cambiare strada e di non rivolgersi più alle cantine, ma a chi insegna a bere.

 

Proviamo a chiamare in causa chi forma e informa gli appassionati di vino, cioè associazioni come AIS, Slow Food, FISAR, ONAV, FIS, ASPI, chiedendogli espressamente di inserire nei loro corsi un momento di riflessione sul peso delle bottiglie e magari consigliare a chi li frequenta di dare, scusate il gioco di parole, “poco peso al peso” di una bottiglia.

 

Care associazioni, voi svolgete un ruolo fondamentale da anni e sono convinto  sareste molto più ascoltate di un piccolo giornale online.

Perché, magari nel momento del servizio del vino, non vi soffermate sulla bottiglia, informando i corsisti che una pesante inquina di più quando viene prodotta, spedita, usata e riciclata?

 

Voi insegnate la cultura del vino e cultura vuol dire rispetto, anche e soprattutto della natura. Una bottiglia pesante non rispetta la natura e nemmeno chi la beve, perché oltre ad inquinare molto di più,  dà più importanza al fattore estetico che al prodotto vino.

 

Non credete che fareste un grande servizio ai vostri corsisti e al mondo del vino in generale? Un argomento del genere, trattato ufficialmente nei corsi, porterebbe certamente ad una maggiore coscienza e conoscenza del problema da parte dei consumatori e le aziende dovrebbero per forza tenerne conto.

 

Parafrasando: un piccolo passo per voi, un grande passo avanti per il mondo del vino.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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