La stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France: luglio-agosto1 min read

In copertina i nuovi territori della Languedoc, Borgogna a poco prezzo,birre estive, vini e formaggi…

 

Si comincia , dopo l’editoriale di Denis Saverot, con l’intervista a Éric Bordelet, sommelier star a Parigi negli anni ’80,che oggi produce cifre e poirés come dei grands crus.

 

Seguono le rubriche delle notizie (in evidenza: un nuovo classement per i Saint-Émilion?), la posta, il calendario degli eventi.

 

Al centro dell’inchiesta del mese è il “millefoglie” amministrativo dell’enologia francese e la semplificazione.

 

Poi: le migliori tavole dei vignerons , dove far degustare le proprie cuvées ; il terroir di Cassis è quello sotto indagine per la consueta expertise, il duello interminabile tra il Clos des Lambrays e i grands crus del Domaine Chanson.

 

Il Domaine à la loupe é lo Château Fourcas-Hosten a Listrac.

 

L’itinerario del mese è in Italia, nelle vicine Cinque Terre, i grandi accordi sono tra formaggi, pane e vini (gli accordi centrati sulla freschezza, sulla complessità, sulla potenza).

 

Nella sezione centrale dedicata alle grandi degustazioni si comincia con i migliori vini della Languedoc dalle Terrasses de Larzac alle Corbières.

 

A seguire, bianchi della California,i migliori Bourgognes “minori” a prezzi interessanti, Quarts de Chaume, le birre che si irspirano al vino, le opportunità e i pericoli dell’irrigazione nella viticoltura.

 

Restano le rubriche. Gli indirizzi, i libri, i consigli del vigneron.

 

 

La Revue du Vin de France, n.593, ,luglio-agosto 2015, € 6.50 in Francia, € 6.90 in Italia

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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