Ben dieci anni sono passati dal quel 2 giugno 2005 in cui Libero Masi e sua moglie Emanuela Chelli vennero uccisi, anzi trucidati a colpi di mannaia, nella loro casa.
Libero Masi di lavoro faceva l’ avvocato ma aveva una grande passione per il cibo, il vino, l’enogastronomia. Questa passione l’aveva portato ad essere responsabile regionale di Slow Food in Abruzzo ed in questa veste l’avevo conosciuto e ne ero diventato amico.
Libero era una persona dolce, pacata, intelligentissima, sempre disposta ad aiutarti, sempre pronto alla battuta.
Potevi pensare tutto ma non che finisse così e soprattutto che un duplice omicidio del genere avvenisse in un paesino della provincia di Teramo, Nereto.
Qui si sa tutto di tutti a tutte le ore e invece sin da subito nessuno aveva visto e sentito niente e la magistratura e la polizia brancolavano nel buio. Dopo cinque anni il caso è stato archiviato e oggi, dopo dieci anni, siamo qui a ricordare senza nemmeno sperare che un giorno il loro assassino possa essere conosciuto e condannato.
Per cercare di tenere viva la memoria la Condotta Slow Food Valvibrata Giulianova ha creato un premio intitolato ai due per la miglior tesi di laurea sulla cultura contadina, e proprio oggi a Nereto verranno proclamati i vincitori della seconda edizione. Questa è una bellissima iniziativa e spero che ne nascano altre che possano spingere, in qualche modo, alla riapertura del caso.
Da parte mia ogni anno, per dieci anni, ho ricordato Libero e sua moglie Emanuela: perché lo ritenevo e lo ritengo giusto, perché un’amicizia come quella che avevo con Libero va onorata, perché non è giusto dimenticare, ma ogni anno, dopo aver scritto qualche riga, mi sento solo più triste di prima.
Ciao Libero.