Questionario palese/bendata: risultati esplosivi!8 min read

Una vera e propria bomba! I risultati del nostro sondaggio tra i produttori su degustazione bendata o palese sono andati molto aldilà di quanto ci aspettavamo, mettendoci quasi in imbarazzo al momento di presentare i risultati, in certi casi clamorosi, e per le considerazioni che ne scaturiscono. Crediamo che questi dati e quanto ne deriva siano da considerare in maniera seria e profonda da tutti noi giornalisti del settore. A proposito di giornalisti: il secondo sondaggio a noi/loro dedicato verrà pubblicato tra qualche giorno e si annuncia anch’esso con risultati e considerazioni esplosive.

 

Ma veniamo a noi: ben 204 aziende (che ringraziamo) di quasi tutte le regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Trentino, Toscana, Sardegna, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia) hanno risposto ai nostri 7 quesiti. Si tratta di aziende di ogni tipologia: dal piccolissimo alla grandissima azienda, da quello che le guide non l’hanno mai preso in considerazione a chi dalle guide ha sempre ricevuto allori e premi sin da quando sono nate. Per ovvi motivi abbiamo garantito a tutti i produttori l’anonimato e quindi non possiamo presentare l’elenco.

 

Ma partiamo con la prima domanda che era “Ipotizziamo che i degustatori delle guide vini italiane abbandonino il sistema di degustare in maniera bendata per utilizzare la degustazione a campioni scoperti. Lei come valuterebbe la cosa?”

 

147 (ben il 72%) si sono dichiarati contrari.

39 (oltre il 19%) si sono detti favorevoli.

12 (5.88%) hanno detto di essere indifferenti alla scelta.

6 (2.94%) sono incerti.

 

Quindi, da questo primo quesito la stragrande maggioranza del mondo del vino italiano (oltre il 72%) non gradirebbe una guida che degustasse in maniera palese i vini. Un dato su cui è difficile trovare da discutere e che sembrerebbe seppellire (almeno per le guide) il discorso della degustazione palese.

 

La seconda domanda era “Quale sarebbe per lei la principale controindicazione di una degustazione palese?” e già qui si inizia a percepire un dato inquietante, infatti:

162 (più del 79%) hanno detto che l’assaggiare sarebbe influenzato dall’etichetta

6 (2.94%) non trovano nessuna controindicazione

6 (2.94%) non rispondono

30 (14.70%) adducono motivazioni varie che riportiamo in maniera sintetica “Si favorirrebbero aziende che fanno più PR/Influenze economiche ed emotive/Disonestà/Clientelismo/Grosse cantine comprerebbero i degustatori/favorirebbe le aziende conosciute/non sarebbe oggettiva/troppi pregiudizi.

 

Un bell’elenco di motivazioni non certo tenere nei riguardi di noi degustatori (e di diverse cantine) che però viene rafforzato perché nel gruppone del 79% l’influenza dell’etichetta è accompagnata spessissimo da considerazioni di tipo economico. Insomma molte risposte sono del tipo “vedere l’etichetta porta a non essere liberi di degustare quel vino perché quell’azienda come minimo fa pubblicità sulla guida, oppure contribuisce in qualche altro modo.” Come capite non stiamo parando di bruscolini e l’immagine di questo mondo, in particolare quella dei degustatori, comincia ad essere predominante rispetto al semplice quesito Palese/bendata.  Ma andiamo avanti.

 

La terza domanda era opposta alla seconda “Quale sarebbe per lei il principale vantaggio di una degustazione palese?” e qui abbiamo avuto una vera e propria “diasporizzazione” (si potrà dire?) di risultati e commenti.

126 (quasi il 62%) dicono che non vede nessun vantaggio

30 (14.70%) dicono che servirebbe a conoscere/riconoscere meglio i metodi di lavorazione in vigna e   cantina

15 (7.35%) affermano che servirebbe per far risaltare meglio  il territorio

12 (5.88) vedono vantaggi solo di tipo organizzativo. Senza anonimizzare si velocizzano gli assaggi

6 (2.94%) vedono un vantaggio nel poter valutare anche l’etichetta

6 (2.94%) dicono che servirebbe per considerare anche la filosofia produttiva

6 (2.94%) vedono vantaggi solo se conosci il degustatore e gli sei simpatico.

3 (1.47%) valutano positivamente il poter comparare meglio vini dello stesso territorio

Partiamo dal presupposto che oltre il 72% degli intervistati si era dichiarato contrario alla degustazione palese,  dato che si avvicina a quel 62% che non vi vede nessun vantaggio. Nei restanti casi quasi il 26% degli intervistati vi vede motivi riconducibili tutti ad fatto che se sai chi produce puoi valutare meglio le sue particolarità (naturalmente se conosci il produttore, la sua filosofia, il territorio etc). Quindi, fermo restando che la stragrande maggioranza non vi vede vantaggi, quelli che ne vedono hanno idee per noi quasi sempre valide e condivisibili.

 

 

La quarta domanda, che avevamo inserito anche per cominciare a tastare il polso anche sul come i produttori vedono quelli che assaggiano, in qualsiasi maniera lo facciano, era “Attualmente lei come crede che i campioni che invia vengano degustati?”

 

111 (54.41%) è incerto nel senso che magari la prima degustazione viene fatta bendata ma poi…

 

36 (17.64%) dice che si assaggia in maniera palese.

 

33 (16.17%) afferma che si degusta in maniera bendata.

 

15 (7.35%) ritiene che tanti vini (i loro in particolare) non vengano nemmeno assaggiati.

 

9 (4.41%) non risponde.

 

Come potete capire, aldilà del concetto di palese o bendata, la situazione per le guide si fa difficile perché solo il 16% dei produttori è sicuro che le degustazioni vengano fatte (quando dichiarato)  in maniera bendata. Questo crea un bel problema morale o semplicemente di comunicazione tra le guide e le aziende vinicole. In particolare quel 54% che è incerto pensa, neanche tanto sotto sotto, che i degustatori siano indipendenti solo sulla carta, cioè assaggino e diano un punteggio a vino bendato che è poi soggetto ad essere cambiato quando si vede di chi è il vino. Questo , pensiamo noi, può anche essere giusto nel caso di bottiglie con problemi e sottoposte ad un secondo (bendato) riassaggio, ma le risposte dei produttori facevano chiaramente intendere che per loro il punteggio viene cambiato per motivi prettamente “finanziari”. 

 

 

Il quinto quesito era molto più “tranquillo”, e mirava a capire quanto spazio potesse avere una guida che, pubblicamente ammettesse di degustare i vini in maniera palese. La domanda infatti era “Sarebbe disposto ad inviare vini ad una guida che dichiarasse di assaggiare solo in maniera palese?”. Ecco le risposte.

 

108 (circa il 53%) ha detto si.

54 (26.47%) ha risposto no.

42 (20.58%) si è dichiarato incerto.

 

Da queste risposte si può pensare che ci possa anche essere uno spazio abbastanza ampio per chi  volesse usare (o sta usando in maniera ufficiale) la degustazione palese.  Un dato in controtendenza rispetto al primo quesito, dove il 72% delle cantine mostrava di non gradire il sistema palese. Indubbiamente un dato strano da comprendere, dove i produttori premiano forse la dichiarazione “a monte” del tipo di degustazione, quindi la chiarezza.

 

 

La sesta domanda era praticamente una ripetizione, ma con maggiore forza e chiarezza, del quesito quattro “E’ convinto che, allo stato attuale delle cose, tutte le guide vini assaggino in maniera bendata?”

 

150 (quasi il 74%) ha risposto no.

42 (20.58%) si è dichiarato incerto.

12 (5.88%) ha risposto si.

 

Come potete capire al volo la stragrande maggioranza dei produttori intervistati, che comunque rappresentano un bel campione del totale, non crede che le guide degustino i vini in maniera bendata. Questo è un dato che dovrebbe far riflettere tutto il settore, perché mette fortemente in dubbio il meccanismo di valutazione delle guide e quindi la loro credibilità, almeno nei riguardi dei produttori. Su questo punto sarà bene discutere con molta attenzione e senza alcun pregiudizio.

 

 

La settima domanda cercava di rimescolare un po’ le carte e chiedeva ai produttori come avrebbero loro fatto il nostro lavoro. Infatti il quesito era “Quale sistema di degustazione attuerebbe se fosse  responsabile di una guida vini?”. Ecco le risposte.

 

135 (oltre il 66%) ha detto che userebbe il sistema bendato.

30  (14.70) adotterebbe il doppio sistema, prima bendata e poi palese.

12 (5.88) degusterebbe in maniera bendata e poi andrebbe a riassaggiare in cantina dal produttore.

9 (4.45%) userebbe il sistema palese.

9 (4.45%) degusterebbe i vini in maniera palese ma acquistandoli in enoteca.

9 (4.45%) userebbe sistemi vari, tipo chiedere i vini alle cantine e nello stesso tempo comprarli in enoteca assaggiandoli entrambi, oppure bendata con il notaio, o bendata con filmato della degustazione.

 

Occorre anche dire che all’interno dei 135 che opterebbero per il sistema bendato si trovano tante cose che crediamo sia giusto evidenziare  per completezza, anche se in molti casi risultano inapplicabili. Qualcuno vorrebbe mettere tutte le guide assieme e fare gli assaggi in contemporanea, altri assaggiare e poi riassaggiare il giorno dopo gli stessi vini, qualcuno vorrebbe giurie composte anche da sommelier e consumatori finali e diversi  farebbero assaggiare molti meno vini al giorno (uno ha detto addirittura non più di 10).  Accanto a questi molte risposte puntano invece il dito sulla competenza e affidabilità dei degustatori, mentre qualcuno li vorrebbe tutti di zone diverse da quelle del vino che si sta degustando, altri invece solo di quella zona.

 

 

Con i dati nudi e crudi abbiamo finito. Si tratta solo di commentarli e per questo vi rimandiamo ad un secondo articolo (ma forse non basterà), ricordandovi anche che nei prossimi giorni pubblicheremo il risultato del questionario inviato ai giornalisti.

 

Crediamo comunque che già questi dati diano tanti motivi per riflettere.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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