Degustazione bendata o palese? Ditecelo voi!5 min read

Parafrasando una vecchissima barzelletta sul Giudizio Universale (a chi non la conosce la racconterò in separata sede..), vesto i panni di uno ieratico San Pietro e annuncio con voce roboante all’universo mondo Pare, ripeto pare, che la degustazione bendata possa essere sostituita da quella palese!” e come nel finale della barzelletta mi attendo un boato di giubilo da parte di uomini, donne, militari e ragazzi, che scuoterà terra e cielo.

 

Uscendo fuor di barzelletta, negli ultimi 15-20 giorni ho avuto più volte la possibilità di avvicinarmi a questo tema, un vero e proprio tabù per noi degustatori seriali. Da più parti infatti mi sono arrivati mal di pancia per l’assaggio alla cieca, da tutti (o quasi) quelli che fanno guide vini universalmente utilizzato, pare obtorto collo. Indubbiamente i motivi portati a vantaggio della degustazione palese non sono peregrini, tutt’altro, ma ho la sensazione che per le guide vini sia difficile utilizzarla.

 

Uno dei motivi principali per la degustazione a bottiglie scoperte è che un giornalista serio e preparato non deve assolutamente farsi influenzare dall’etichetta ma, anzi, valutare al meglio quel vino proprio perché lo conosce, riconosce, ne sa la storia e tutte le possibili varianti.  Questo, penso io, senza nulla togliere alla bravura dei colleghi, potrebbe avvenire nel migliore dei mondi possibili dove, purtroppo, non viviamo.

 

Infatti dovremmo considerare ALMENO due fattori non da poco:

 

1.       Non è sempre e comunque detto che il degustatore ( e/o tutti i componenti della commissione) conosca perfettamente tutto di tutti i vini che ogni anno degusta. Spesso si parla infatti di migliaia di campioni e non sempre (io mi metto al primo posto) si ha il tempo e la possibilità di conoscere ogni singola sfumatura di quei territori.

 

2.      Non è proprio scontato che i produttori possano accettare bene un cambio così basilare di metodo degustativo.  Già adesso non sono poche le voce che girano su assaggi bendati che in realtà si trasformano in palesi, con tutto quello che comporta nei riguardi del degustatore x o y…figuriamoci se tutti gli assaggi venissero fatti a bottiglie scoperte.

 

Con questo non voglio dire che gli assaggi palesi non mi attirino, ma forse sono più adatti per un altro tipo di lavoro. Mi sembrerebbe giusto che, per esempio, chi scrive un libro su una zona viticola, assaggi i vini in maniera palese, magari assieme ai produttori stessi e li commenti, li valuti approfonditamente sapendo perfettamente cosa sta degustando.

Ma per chi deve giocoforza degustare 100 campioni al giorno per mesi l’assaggio bendato (e magari il riassaggio bendato se non si è convinti)  è l’unico metodo per  conferire una concreta certezza di serietà ai degustatori.

 

Ma forse mi sbaglio e non riesco a capire che tutti questi mal di pancia sull’assaggio bendato sono la punta dell’iceberg di un movimento più articolato che potrebbe mettere seriamente fine all’utilizzo della degustazione bendata per le guide.

Per questo ho pensato di inviare un questionario alle aziende vinicole con alcune  domande sull’argomento. Li lascerò tornare “lento pede”  da Vinitaly e tra qualche giorno spedirò a tutti i produttori del mio indirizzario i seguenti quesiti (ma se qualcuno lo legge ora può tranquillamente rispondere…)

 

1.       Ipotizziamo che i degustatori delle guide vini italiane abbandonino il sistema di degustare in maniera bendata per utilizzare la  degustazione a campioni scoperti. Lei come valuterebbe la cosa?

2.      Quale sarebbe per lei la principale controindicazione di una degustazione palese?

3.      Quale sarebbe per lei il principale vantaggio di una degustazione palese?

4.      Attualmente lei come crede che i campioni che invia vengano degustati?

5.      Sarebbe disposto ad inviare vini ad una guida che dichiarasse di assaggiare solo in maniera palese?

6.      E’ convinto che, allo stato attuale delle cose, tutte le guide vini assaggino in maniera bendata?

7.      Quale sistema di degustazione attuerebbe se fosse  responsabile di una guida vini?

 

 

Nello stesso tempo invierò ai colleghi giornalisti e/o degustatori un piccolo questionario con  queste domande.

 

 

1.       Credi che il mondo delle guide sia pronto per degustare i vini in maniera palese?

 

2.    Quali controindicazioni, attualmente, credi possano esserci?

 

3.    Quali invece i vantaggi?

 

4.       Saresti disposto a degustare in maniera palese per la guida per cui collabori?

 

5.       Secondo te i produttori come accetterebbero questa diversa impostazione?

 

6.       Pensi che il futuro delle guide vini sia con la degustazione bendata o palese?

 

 

Quindi due veri e proprio piccoli questionari a cui produttori e colleghi potranno rispondere sia via mail, sia commentando questo articolo  qua sotto (meglio!) o su Facebook.

 

Tra qualche tempo tireremo le somme di tutto e cercheremo di capire meglio la situazione.

 

A questo punto la palla passa a voi, fateci sapere cosa ne pensate.

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Per ampliare il discorso vi segnalo questo intervento di qualche giorno fa di Fabio Rizzari sullo stesso tema:

 I dubbi sul teorema della degustazione "alla cieca

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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