La farfalla della Berardenga2 min read

C’è un territorio a forma di farfalla che sta iniziando a battere le ali. In realtà le sta battendo da molto tempo ma solo da pochi giorni praticamente tutti i produttori di questo comune chiantigiano hanno deciso di presentarsi e di mostrare, assieme, le loro “ali”.

Giovedì scorso 29 gennaio nella stupenda ma fredda (da un punto di vista termico-meteorologico) location della certosa di Pontignano quasi trenta produttori di Chianti Classico  del comune di Castelnuovo Berardenga hanno deciso di presentarsi e di presentare il loro territorio e i loro vini.

Il territorio è stato presentato durante un convegno sia dal punto di vista storico, sia geografico e viticolo, mentre i vini sono stati assaggiati dopo il convegno, anche se il “freddo” di cui parlavo prima non ha permesso un assaggio molto accurato e veritiero..diciamo che la temperatura di servizio era più adatta ai bianchi che ai rossi.

Ma l’importante è che un gruppo di produttori abbia scelto la strada dell’unione e della condivisione, anche se durante il convegno ed il successivo assaggio mi veniva da pensare quale potesse essere il passo successivo.

Infatti è risultato chiaro che la caratteristica comune dei chianti classico del comune di Castelnuovo Berardenga è proprio….non avere caratteristiche comuni. Infatti sia i suoli sia il clima, sia le altezze, per non parlare della mano del produttore, portano a risultati molto diversi.

Del resto uno dei pregi del sangiovese è quello di dipendere molto dal suo terroir e quindi niente di nuovo sotto il sole.

Torniamo al passo successivo, a quello che potrebbero fare assieme i produttori. La mia idea, aldilà dei giusti momenti di presentazione come questo, è che potrebbero e dovrebbero incontrarsi tutti assieme davanti ai loro vini, assaggiarli, discuterne, scambiarsi esperienze e consigli. Una cosa del genere farebbe veramente crescere il territorio, anche perché…….pur se una buona fetta dei vini in degustazione erano di ottimo livello, qualche produttore potrebbe aver bisogno di qualche sano consiglio.

Comunque la strada intrapresa è giusta e mi sembra che energia e voglia di fare non manchino. Avanti così!

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE