Incontro con i vini etici3 min read

Il vino sta forse elevando la sua statura filosofica? Viene da pensarlo quando si è invitati alla presentazione di un’entità definita “Vini etici”.

Così lo scorso sabato 17 gennaio siamo entrati nel bel museo della Comunità di Montalcino e del Brunello per assaggiare e magari meditare, peripatetici, fra le bottiglie.

 

L’entità in questione ha rivelato un lato ideale e uno più pratico, racchiusi nella figura di Filippo Ferrari, filosofo-enologo giovane abbastanza da essere fra i concorrenti al Premio Gambelli la cui giuria si è riunita il giorno dopo. Filippo, a giudicare dai campioni della scuderia chiamata appunto “Vini Etici” e assaggiati nell’occasione, si è mostrato competente e tecnicamente preparato. Tra “i vini etici” spiccano senza dubbio il Brunello di Piombaia, i due Syrah di Lenzini, la Barbera di Scovero e due Chianti Colli Fiorentini(interamente da Sangiovese) di Poggiopiano.

 

Ci hanno impressionato in particolare le bollicine della “Fratelli Collavo” di Valdobbiadene, piccola azienda che segue i dettami dell’agricoltura biologica orientata verso la biodinamica. Produce un Prosecco extra dry fermentato in autoclave ed un Prosecco “Colfondo” ottenuto con rifermentazione in bottiglia, riprendendo la tradizione nata nelle cantine di famiglia: una tecnica in uso da sempre, fino all’avvento del metodo Martinotti ed alla grande produzione in autoclavi di acciaio.

 

Due chiacchere post degustazione con Filippo ci hanno fatto capire quanto lui tenga all’aggettivo ETICO. Ci spiega che per lui l’etica non è sinonimo di morale ma qualcosa più della morale. Perché se agire secondo morale significa seguire delle regole (sociali, religiose…), agire eticamente significa comportarsi nel rispetto dell’uomo inteso come umanità parte della natura. Significa avere rispetto di se stessi e dell’altro. Puoi fare un errore secondo la morale comune, dice Filippo, ma non puoi fare errori etici. L’etica è una virtù.

 

Forse un ragionamento troppo elevato, osserverà qualcuno, in fondo parliamo di vino. Ma è proprio questo il punto. Il vino è natura, è vita, è alimento, è convivialità, è amore. Filippo odia il termine “naturale” applicato al vino perché il vino è naturale per definizione; non può, o meglio, non dovrebbe, essere altrimenti. Filippo è un personaggio, oltre che una bella persona. Ci piace proprio (come enologo, beninteso) anche quello che abbiamo conosciuto attraverso la qualità dell’offerta dell’azienda di famiglia, la fattoria Le Sorgenti di Bagno a Ripoli. Con Le Sorgenti  Filippo ha avuto ed ha un rapporto problematico ma in fondo positivo, cercando di mediare tra certe  esigenze commerciali e l’etica di offrire un prodotto che rispetti la natura, l’uomo che lavora la terra e l’uomo che berrà il vino.

 

Ci piace anche segnalare, in coda alla degustazione degli Etici, il buffet a base di prodotti tipici e biologici della Val d’Orcia, del Monte Amiata e di presidi Slow Food, curato da La Taverna del Pian delle Mura di Vivo d’Orcia. Pur nell’ambiente del museo – non esattamente una cucina – sono riusciti a darci un’idea tale della loro offerta che ci ha persuaso della necessità di future esplorazioni. 

 

Interessante infine la visita nella cantina dell’azienda Piombaia, nel quale agriturismo hanno pernottato Filippo ed alcuni di noi. Questa si è svolta al mattino dopo e ci ha partecipato solo Tiziana, mentre Sandro era impegnato nella giuria del premio Gambelli.

 

L’assaggio di Brunello direttamente dalle botti ha confermato quanto il vino sia vivo ed in costante evoluzione, mai uguale a se stesso. Stesso anno e giorno di vendemmia, stessa capacità del fusto, stesso legno… ma  botti con prodotti diversi….questo è il vino.

 

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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