In memoria di Charlie Hebdo1 min read

Perché un giornale di enogastronomia dovrebbe ricordare i  morti nella strage di Parigi? Cosa c’entrano il vino o il cibo con la morte, con una serie di omicidi a sangue freddo?

C’entra molto poco, anzi, il vino e il cibo sono vita, quindi l’opposto della morte; ma proprio per questo vogliamo ricordare. In un mondo dove la libertà di espressione e la libertà in genere venisse soppressa  a cosa servirebbero cibo e vino? Solo ad allungare l’agonia di chi ha perso la propria libertà.

 

Il cibo e il vino, che sono anche cultura e ponte tra i popoli, vengono invece visti spesso solo come muri, come precetti da onorare e divieti da seguire. Noi rispettiamo quelli che seguono tali precetti e siamo sicuri che tanta brava gente dell’Islam rispetta noi, che abbiamo altre regole alimentari e altre religioni.

 

L’attentato di Parigi non deve farci perdere la voglia di ridere, il piacere di vivere e quindi non deve farci perdere la voglia di bere un buon calice e mangiare un buon piatto, magari brindando a quelle dodici persone e alle loro famiglie.

 

Nel nostro piccolo noi alziamo il calice in loro ricordo, essendo sicuri che molti, anche e soprattutto nel mondo islamico, magari con solo dell’acqua nel bicchiere, si uniranno al nostro gesto, per amore dei nostri simili e della libertà.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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