Ho bevuto il vino di Rockea, è buonissimo!3 min read

Lo devo ammettere! Da quando nella primavera del 2012 Il vino del progetto “Rockea, dal vino all’acqua” (servito per creare un piccolo acquedotto per un orfanotrofio in Malawi, vedi ..)  era andato in bottiglia, io non lo avevo più assaggiato. Anche in precedenza solo una volta mi era capitato di gustarlo anche perché, se devo dirla proprio tutta, la cosa importante nel progetto non era tanto la bontà del vino ma dell’idea.

 

Così  le tre bottiglie numerate di mia proprietà  giacevano quasi dimenticate in cantina. Nel non volerlo assaggiare, c’era anche, sotto sotto, la paura di rimanere insoddisfatto del vino e visto che una mano nel farlo l’avevo data anche io la paura era anche fondata…

 

In realtà il vino, un sangiovese in purezza, grazie alla competenza degli amici di Rocca delle Macie era stato fatto con tutti crismi del grande vino: vendemmia e pigiatura a mano, fermentazione in vasca di acciaio inox piccolissima (acquistata da Rocca delle Macie per l’occasione) di 500 litri. Follature giornaliere e controllo della temperatura con acqua fredda. Dopo la svinatura era stato messo in barrique nuova e lì era rimasto sino all’imbottigliamento, effettuato nel marzo del 2012.  

L’annata forse non era delle migliori (il 2011), che con il caldo di agosto e settembre aveva messo a dura prova i vigneti, ma in definitiva i vini dello stesso anno assaggiati fino ad oggi non avevano dati risultati negativi.

 

 Insomma, anche per la curiosità di vedere come era venuto un vino in cui avevo messo, fattivamente, le mani, ieri ho preso la mia bottiglia 128 (su 300 prodotte) e l’ho aperta. Ho aspettato un’oretta, ho trattenuto il fiato e…l’ho assaggiato.

 

Per una volta cercherò di procedere come nelle degustazioni ufficiali.

 

Il colore è rubino molto brillante . Il naso intenso e profondo, ha sentori chiaramente terziari, tipo fungo, tartufo e liquirizia, ben mediati dal legno che accompagna una non invadente nota alcolica. Gli aromi sono veramente affascinanti,  ma quello che stupisce di più è la bocca che è  freschissima, sapida, con tannino forse leggermente ruvido ma molto croccante, dolce e piacevole. Adeguata l’acidità, che porta al tutto una nota di freschezza. Lungo e equilibratissimo in chiusura.

 

Insomma, lasciatemelo dire PROPRIO BUONO!

 

Non voglio dire che siamo di fronte ad un grande vino, ma credo che i complimenti agli amici di Rocca delle Macie debbano essere fatti e siano strameritati.

 

A questo punto posso dire che il Progetto “Rockea, dal vino all’acqua” non solo era una bella idea ma ha dato vita anche ad un vino buonissimo e ne sono felice per quelli che lo hanno comprato. Lancio quindi una specie di sondaggio tra tutti gli amici che hanno una bottiglia del vino di Rockea: quando lo berrete fatemi sapere com’era.

 

Come ultima cosa voglio ricordare che qualche bottiglia del vino c’è ancora a Rocca delle Macie..se qualcuno volesse comprarla, oltre che fare un’opera buona si porterebbe a casa anche un ottimo vino. 

 

Cosa volete di più?

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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