Life of wine: per chi vuol conoscere con calma4 min read

Con questo articolo inizia a collaborare con Winesurf Tiziana Baldassarri, viareggina DOC, sommelier e appassionata di vino DOCG. Inizia la collaborazione nonostante da più parti sia stata, giustamente, sconsigliata di entrare a far parte di questa banda di matti. Benvenuta Tiziana!!!

 

 

Domenica 16 Novembre a Firenze, in una pazza giornata novembrina dove sole e pioggia si sono alternati, si è svolta Life of Wine, manifestazione ideata qualche anno fa da Studio Umami, che ha deciso di rivolgere particolare attenzione al binomio vino-tempo.

 

All’interno del Tepidario del Roster, un gioiello stile liberty costruito nella seconda metà dell’800 nel Giardino dell’Orticoltura (che, con i suoi 650 metri quadrati circa coperti da una struttura di ghisa e vetro è la serra più grande d’Italia) diciasette aziende provenienti da varie parti di Italia hanno messo a disposizione dei visitatori l’ultima annata in commercio e almeno due vecchie annate del loro vino più rappresentativo.

Diciasette quindi  i tavoli dietro ai quali nella maggior parte dei casi si trovava il produttore stesso, in altri un responsabile dell’azienda. Senza dubbio ottima occasione per conoscere ogni particolare produttivo.

Ho iniziato il mio viaggio da Vie di Romans, che ha proposto i suoi chardonnay (in particolare il Vie di Romans)e sauvignon (Vieris) nelle stesse annate (2012, 2008 e 2007) più una diversa vecchia annata per ognuno dei due. Un trionfo di fiori gialli e frutta matura per lo Chardonnay Vie di Romans1995 ed una nota forse troppo vanigliata  per il Sauvignon Vieris 1997, che mi ha invece particolarmente colpito con il 2007 elegante, intenso senza essere invasivo e di buona acidità.

 

 

Colonnara era invece  presente con tre annate (2013, 2002 e 1994) del suo Verdicchio Cuprese. Un 1994 fruttato che si apre in bocca ad accenni di miele in perfetto equilibrio tra il dolce del frutto, l’amaro tipico del vitigno, la sapidità e l’acidità che ancora stupisce dopo 20 anni, malgrado un minor naso rispetto ai fratelli più giovani.

 

Tra i rossi presenti notevole l’eleganza de Le Braci, il Negroamaro 2001 di Severino Garofano e ancor più notevole la vita che ha davanti a sé il Sagrantino di Montefalco 1996 di Antonelli.

 

 Peccato invece per la scarsa presenza di corpo e struttura del Vino Nobile di Montepulciano Riserva 1991 di Boscarelli, specie in confronto alla buona acidità ed al tannino ancora giovane che gli permetterebbero ancora parecchia strada. Ripensandoci non potevamo aspettarci miracoli dall’annata 1991 e quindi il Boscarelli è forse una perfetta interpretazione di una vendemmia fredda e difficile, molto vicina a quella che si è chiusa da poco.

 

Ottimo il Chianti Classico DOCG Riserva 2006 di Badia a Coltibuono che invece non mi ha entusiasmato nell’ annata 1994 malgrado portasse egregiamente i suoi 20 anni. Una bellissima struttura ed un giusto equilibrio rendono molto piacevole il Bolgheri Rosso DOC “Arnione” 2006 di Campo alla Sughera.

 

Faccio una triste pausa con crackers ed acqua e penso all’unico difetto di questa manifestazione: niente cibo di alcuna natura da poter acquistare e gustare né all’interno della struttura né nelle immediate vicinanze. E’ vero che essendoci poche aziende la visita si poteva effettuare velocemente, ma chi si voleva intrattenere più a lungo a chiacchierare con i produttori, proprio approfittando della tranquillità dell’evento, doveva mettere in conto un leggero languorino…

 

Riprendo con un interessante Colle Bereto Riserva 2004, che però ho apprezzato di più nell’annata 2008: buon naso, giustamente tannico, di buona acidità, persistente e assolutamente equilibrato. Non male il Brunello 1999 di Agostina Pieri, con ancora buona acidità e molto tannino che sicuramente lo porteranno avanti nel tempo.

 

Poco entusiasmo per  il Terricci 1997 Lanciola, troppo tannico e con poco naso, mentre un gran vecchio è sicuramente il 1977 Riserva Riserva Ducale di Ruffino.

 

Anche nel Carmignano 1995 della Fattoria Ambra ho trovato  ancora una buona acidità e un ottimo tannino ben armonizzati dalla fine ma esile struttura; mentre della stessa annata il Brunello “Poggio al Vento” di Col d’Orcia è ancora molto vivo e interessante. Un altro grande vecchio è sicuramente il Carmignano “Villa di Trefiano” 1983 di Capezzana, con una trama tannica incredibile data l’età, di  gran corpo ma equilibrato.

Il Solare di Capannelle l’ho apprezzato di più nell’annata 2000, con acidità e tannini supportati da buona struttura che invece non ho trovato nel 1999.

 

Interessante il Chianti Classico di Cantalici anche nelle vecchie annate Riserva 2004 e 2005.

 

Chiudo con il Pinot Nero Pernice di Conte Vistarino, che ben rappresenta il terroir dell’ Oltrepò Pavese con il suo rosso rubino brillante intenso con riflessi amaranto, note di piccoli frutti rossi al naso ed una leggera speziatura in bocca. Il bello è che quasi le stesse sensazioni si ritrovano anche nelle vecchie annate.

 

Esco soddisfatta in attesa della prossima edizione di questa manifestazione, fatta per chi vuole approfondire con calma, grazie al fatto che i produttori da una parte ti parlano dell’’azienda e dall’altra,  proponendo piccole verticali, ti permettono anche di capire l’evoluzione dei loro vini nel tempo.

 

 

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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