Vendemmia 2014: il coraggio di dire le cose come stanno3 min read

Forse solo dio, con un lungo e complicato lavoro, potrebbe farci sapere come, quanto e dove è stata  o sarà difficile (o facile), complessa  (o semplice),  tragica (o eccezzzzzionale con molte z) la vendemmia 2014.

Nessuno, nessuna associazione di categoria può scendere nel dettaglio e, usando un’ immensa cartina masnaghettiana dirci, vigneto per vigneto, produttore per produttore, come è andata o andrà realmente la vendemmia.

 

Dico questo perché mi sembra si stia entrando in una specie di infinita spirale modello asino di Buridano, non solo eternamente incerto tra due mucchi di fieno, ma anche impaurito perché qualsiasi movimento (alias frase o articolo) potrebbe apportare problemi a destra o a manca.

 

Mi spiego meglio: purtroppo abbiamo avuto sotto gli occhi per mesi , video o foto di vigneti distrutti dalla grandine, allagati e disastrati dalle acque. Abbiamo espresso tutto il nostro cordoglio e rammarico ai poveri produttori colpiti e nello stesso tempo ci siamo fatti una chiara idea che, anche senza aver avuto inondazioni o grandinate , molte zone d’Italia avranno o hanno avuto una vendemmia molto difficile. Del resto  piogge brevi o lunghe ma praticamente tutti i giorni, non fanno certo bene alla vigna.

 

Questo è un dato, almeno dovrebbe esserlo. Dico questo perché da qualche giorno è iniziata una marcia indietro, (magari con vere e certe motivazioni) che mostrano belle uve, sorrisi in vendemmia, mezze frasi velate da soddisfazione. Inoltre molti iniziano a dire che bisogna stare attenti a parlare di brutta annata, perchè si potrebbe penalizzare quelli che invece hanno avuto buoni risultati.

 

Insomma, ancora la vendemmia è in pieno svolgimento e il balletto delle frasi tipo “che fortuna che ho avuto, è grandinato su quello accanto/ è piovuto dopo la vendemmia”,  che fanno parte di ogni vendemmia che si rispetti.

 

Quest’anno però non è stata e non sarà una vendemmia che si rispetti! Anche se qualcuno si salverà bisognerebbe per una volta non raccontare bubbole al consumatore, a quello che il vino poi lo deve comprare. Tra l’altro un’ annata come questa potrebbe essere quella giusta per permettere al suddetto di comprarsi vini che difficilmente potrebbe permettersi. Con la storia delle “Piccole annate” in Francia (e qualcuno anche in Italia) è riuscito a vendere bene anche il vino di annate a poche stelle.

 

La stampa non solo non può esimersi dal dare giudizi anche generali  (ma non generici) se supportati da fatti ma deve in primo luogo tutelare il futuro acquirente di quel vino, dandogli con chiarezza indirizzi sull’annata.

 

Allora, anche se mi attirerò le ire di quelli che hanno mostrato grande bravura e/o hanno avuto grande fortuna IN TUTTO IL PERIODO DI VEGETAZIONE E MATURAZIONE DELLA VITE, CIOE’ DA MARZO AD OGGI, devo dire che l’annata 2014 potrà essere salvata solo in cantina, mentre in vigna peronospora, oidio, cicalina, marciumi, uniti a temperature mai alte, a scarsi periodi di sole pieno, a piogge magari brevi ma spesso intense e quasi giornaliere, porteranno ad un’annata molto ma molto difficile, sia al nord che al centro che al sud.

 

Detto questo aspetto con gioia  i commenti dei produttori che hanno portato a casa delle buone uve, ma ribadisco che si tratta sempre di casi più o meno sporadici.

 

In caso di buone uve si parlerà sempre di poche uve e qui voglio introdurre la seconda parte dell’articolo, che uscirà al momento dei dati generali sulla produzione, cioè a fine anno. L’annata 2014 ha avuto una naturale diminuzione produttiva, in molti casi piuttosto sostenuta….vogliamo scommettere che a dicembre i dati sulla produzione delle uve saranno quasi uguali a quelli dello scorso anno? Spero di no e adesso…non ci resta che attendere.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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