Alto Adige Schiava 2013: a corrente alternata con belle punte2 min read

Abbiano lasciato per un anno gli assaggi delle nostre amate schiave altoatesine ma come ci siamo rincontrati la situazione non ci è sembrata molto cambiata. La vendemmia 2013 non è certo stata facile e questo ha riportato all’ormai classica divisione tra le due denominazioni principali, con il Santa Maddalena che ha saputo correre ai ripari  e il Lago di caldaro che invece ha retto non bene ad una delle principali caratteristiche dell’annata, la mancanza di corpo, anzi meglio dire “alla diluizione”. Tutto attorno il grande mondo delle schiave DOC e IGT con risultati molto a macchia di leopardo ma complessivamente di buon livello. Vediamo nei particolari.

 

 

Santa Maddalena

 

Sarà la zona molto piccola e particolare, sarà la bravura dei produttori, sarà l’uso (sapiente) del Lagrein ma in una vendemmia dove era difficile portare a casa aromi e buon nerbo molti Santa Maddalena sono riusciti comunque nell’impresa. Forse, dando un’occhiata ad alcuni colori,  sarà aumentata in qualche caso la percentuale di  Lagrein nell’uvaggio ma non più del lecito e soprattutto non ha portato a snaturare i classici e ampi profumi della schiava, nonché la sapidità in bocca. Praticamente tutti i Santa maddalena assaggiati hanno ottenuto punteggi buoni ottimi e alcuni campioni ci hanno quasi fatto gridare al miracolo. Lo ripetiamo per l’ennesima volta: un vino del genere non può restare confinato in Alto Adige, deve allargarsi al mercato italiano! Il bello è che quando questo accade, come abbiamo riscontrato nemmeno un mese fa  per caso in un ristorante sui Colli Bolognesi (pensa un po’..) , il vino va alla grande! Voto all’annata 8

 

 

Lago di Caldaro

 

Annata non certo da ricordare per questa denominazione che soffre molto l’andamento stagionale e ci ha proposto una serie di vini piuttosto anonimi, in alcuni casi aiutati ma leggermente snaturati dal Lagrein. Il corpo non è mai stato il loro forte ma quest’anno mancano sapidità e addirittura freschezza. Voto all’annata 5.

 

 

Schiave DOC e IGT

Buona freschezza e rispondenza al vitigno, uso in qualche caso alto di Lagrein, ma complessivamente l’annata di questi vini fatti in ogni angolo dell’Alto Adige non è andata male. Qualche naso non perfetto accanto ad alcune mancanze di finezza sono prevedibili in vendemmie come queste, ma in positivo troviamo una buona piacevolezza, che in vini che vanno attorno ai 4-6 euro in enoteca non è poco. Ci piace segnalare che anche quest’anno il Meranese DOC ci ha presentato al meglio la sua sapidità. Voto all’annata 6.5.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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