Gabin: grandi pizze in un francobollo4 min read

Questa volta Luciano Pignataro mi toglierà il saluto. Per uno come lui, che conosce il meglio del meglio delle pizzerie italiche, doversi sorbire un articolo su una pizzeria friulana fatto da un toscano credo sia veramente troppo. Però confido lo stesso nella sua lungimiranza e intelligenza e soprattutto nella sua curiosità, perché sono convinto che se si trovasse vicino a Udine, magari  travestito ma un salto da Gabin ce lo farebbe di sicuro.

 

Ma adesso veniamo all’oggetto del contendere.

 

Ad una bella donna non si dice mai di no e così quando Simona Migliore propone di andare a mangiare la pizza in un posto perso nella campagna attorno a Udine uno tocca ferro ma acconsente. Acconsente anche se da nemmeno due ore ha smesso di mangiare ( facendo il giudice ad un concorso gastronomico) e l’ultima cosa che vorrebbe  è mettere altro cibo in pancia.

 

Inoltre la presentazione del posto non è tra le più accattivanti. “Una stanzetta dove fanno pizza al taglio, si mangia in piedi, ma la pizza è buonissima e poi hanno buoni vini e ottime birre.”

 

Mentre Simona mi dice queste cose sta guidando da diversi minuti nelle zone periferiche attorno a Udine in direzione di un paese grande come un fazzoletto dove c’è una pizzeria piccola come un francobollo….sperem!

 

Arriviamo al fazzoletto, alias Pasian di Prato e parcheggiamo quasi davanti al francobollo, che al secolo si chiama Gabin  Pizza & Food.  Avvicinandomi noto che fuori dal locale ci sono tante persone, ma non in coda; stanno semplicemente mangiando e bevendo. In effetti Simona si era scordata di dirmi che, date le dimensioni, il vero locale è il marciapiede, anzi i marciapiedi (anche quello di fronte all’occorrenza).

 

Insomma, avrete capito che un vecchio rompipalle come me era arrivato abbastanza prevenuto al francobollo, ma ogni prevenzione è sparita come nebbia al sole d’agosto (la pizza buona mi rende poetico) appena entrato, dopo aver dato la prima “snasata” all’aria, che sapeva tantissimo di pizza buona. Anche l’occhio, agganciato al banco di servizio, confermava quello che diceva il naso. Avevo davanti una pasta alta ai bordi, che pareva soffice e leggera ( e poi naturalmente lo era!), con cui Andrea Gabin crea degli abbinamenti gastronomici particolarissimi ma mooooooooooolto gustosi.

 

La storia di Andrea è una specie di Odissea: chef di alto livello, conosciuto e apprezzato, passa senza colpo ferire da cucine di livello alle gelaterie, sempre mantenendosi al top. E al top è rimasto anche nel campo della pizza, ottenendo immediatamente quel successo a cui è abbonato.

 

Il segreto è sia nelle farine biologiche e nei vari lieviti madre (con tre lievitazioni per complessive 48 ore) che nelle grandi materie prime che Andrea usa per abbinarle ai suoi impasti.

 

Ne nascono pizze assolutamente  goduriosi che potrebbero però far storcere il naso ad un’esegeta della pizza.

Ecco alcuni esempi : piccante N’duja e provola affumicata, ortolana di stagione, bufala e crudo San Daniele/Parma, burrata scampo e lime, Bologna e Certosa IGP, crudo e mascarpone, mousse di robiola- senape-roast-beef e misticanza, Rucola-sopressa- stracchino e pomodoro candito, cipolla stufata-salvia e Stravecchio, radicchio stufato- pesto di noci e speck, baccalà mantecato e peperone del piquillo, rapa rossa- mousse di ricotta-profumo di agrumi e alici del Cantabrico.

 

Mi fermo qui perché ripensando alle sue pizze mi scendono le bave e non voglio danneggiare la tastiera del PC. Invece, dopo le presentazioni di rito mi sono piacevolmente danneggiato prima con burrata scampo e lime e poi con una più classica margherita.

 

Insomma, una pizzeria da asporto che produce grandi pizze ed è letteralmente la patria dello “street food” perché tutti prendono le pizze e vengono a mangiarle in strada.

 

Ma attenzione!! Andrea non si ferma a questo e il mercoledì si mette a preparare ……….hamburgher. Ma i suoi sono particolari e riescono a creare quasi problemi d’ordine pubblico: provate voi ad avere  racchiuse in 100 metri di marciapiedi 200 persone, tutte con un calice di champagne  nella sinistra e  hamburgher (magari al vitello, foie gras, composta di mele e scalogni in agrodolce)nella destra e poi mi saprete dire.

 

Ho parlato di champagne ma potevo parlare di birre (bella selezione) o di vini fermi (buona scelta) o di itaIiche bollicine (scelte attente e particolari). Tutto questo in meno di 15 metri quadrati, ma se apriamo la porta ed entriamo nel laboratorio gli spazi diventano quelli giusti, quelli che permettono lievitazioni tranquille e preparazioni  al livello di grandi cucine.

Due ore in strada mangiando pizza e bevendo birra forse non le avevo mai fatte, ma lo farete anche voi la prima volta che passerete dal fazzoletto- Pasian di Prato, anche perché i prezzi del Gabin-francobollo sono proprio “da asporto”.

 

 

 

Gabin Pizza & Food

 P.zza Matteotti, 36

 33037 Pasian di Prato (UD)

tel: 338 5924800 –

info@gabinfood.it

www.gabinfood.it

 

 

 

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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