Vino di melograno, non è poi così strano!3 min read

Ci sono incontri difficili da dimenticare, incontri così, strani, come quelli con una Punica granatum, un frutto dai piccoli grani di colore rosso vermiglio.

La Punica granatum non è altro che Il melograno, frutto enigmatico e da sempre portatore di significati legati all’amore e alla fertilità.  Scopro così che può essere utilizzato anche per produrre del vino, si, ho scritto proprio vino, vino di melograno. Dove ?  Io ho assaggiato quello israeliano, se ce n’è dell’altro non lo so.

 

Nel cuore dei Monti della Galilea, tra gli infiniti filari di un frutteto di melograni, si trova una « winery » unica nel suo genere : Rimon Winery.

 

Tutto cominciò quando Gabi e Avi Nachmias, rispettivamente padre e figlio, terza generazione di una famiglia di « fattori » che fondarono Moshav Kerem Ben Zimra, lessero un articolo sulle proprietà benefiche del melograno, che li convinse a provare a sviluppare una varietà unica di melograni.

 

Tre anni più tardi, dopo aver piantato questa unica varietà iniziarono a produrre il frutto color crimson, caratterizzato da un’alta presenza di vitamine. Da cosa nasce cosa e così nel 2003 decisero di cimentarsi nella produzione della loro prima annata. Duemila bottiglie di “vino” da dessert. Il successo fu tale che decisero di iniziare una produzione commerciale nel 2004, ottennendo un grande successo non solo nei confini israeliani.

 

Il frutteto si trova in montagna, vicino a Moshav Kerem ben Zimra, tra vigneti (di uva) e altri alberi da frutto.

Io ho assaggiato qualcosa, mentre chiacchieravo amabilmente con un giovane di bell’aspetto e buone speranze, e devo dire che sono stata piacevolmente sorpresa. Come in tutte le cose è necessario non fermarsi all’apparenza, ed evitare facili quanto inutili snobismi.

Certo, per i guru dell’enologia potrebbe apparire blasfemo, ma è un’esperienza che almeno una volta nella vita vi consiglio, magari direttamente in loco (ma non in questi giorni).

 

Come ogni winery che si rispetti i “vini” qui prodotti sono differenti:  vanno da prodotti che ricordano il Porto a vini tipo « soft drink ».

 

Ne ho assaggiati tre:

 

 

Rimon Winery Pomegranade dry wine 2007:  Prodotto a partire da un unico tipo di melograno che ha raggiunto il miglior livello di maturità. Un vino elegante, di colore rosso porpora che sa proprio di melograno, con una punta di pepe. Viene fatto invecchiare in barriques per 14 mesi…  direi una cosa molto, molto particolare

 

Rimon Winery Rosé semi Sweet: un vinello zuccherino, presentatomi come vino da donne da un belloccio israeliano che dopo questa uscita aggiunge “Ah, io in Libano ci sono stato, ma come militare.” Si ok…  Il succo di melograno viene fatto fermentare per qualche settimana a bassa temperatura, poi la fermentazione viene fermata per preservare la dolcezza del melograno.  Io più che ad un vino lo paragonerei ad un soft drink, di quelli che piacciono agli americani, tutto zucchero e dolcezza…

 

Infine Rimon Winery Easy Port: una cosa carina, invecchiata in botti di rovere francese durante i mesi estivi in Galilea, così troviamo un prodotto strutturato ma leggero ed armonioso. Fermentato dolce, fruttato con aroma di caffé e spezie… Da servire: ghia-ccia-to!  

 

Per info: Kerem Ben-Zimra | 13815, Israel | Tel. +972 4 6822325 | Fax. +972 4 6822324

info@rimonwinery.com | www.rimonwinery.com

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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