“La vita è meglio allargarla che allungarla!” Lo diceva sempre Giuseppe (ma per tutti Peppino) Colamonaco. Ma purtroppo la sua vita larga, piena, vissuta e goduta si è interrotta a poco meno di settanta anni per la solita malatia che non perdona.
I pugliesi che sono addentro al settore dell’enogastronomia non hanno certamente bisogno di sapere chi era Peppino, ma per tutti gli altri due righe sono doverose.
Peppino, oltre che medico, è stato un grande esperto di gastronomia, uno dei primi che nell’allora Arcigola (oggi Slow Food) portò con forza e tanta allegria le grandi capacità enogastronomiche della sua terra. La sua Puglia, da lui amata e girata in lungo e in largo per assaggiare, conoscere, far conoscere.
Lo conobbi alla fine degli anni ottanta alle prime riunioni dei fiduciari e poi dei governatori Arcigola e subito si creò un feeling speciale. Non potevi non essere attratto dalla sua schioppettante gioia di vivere, dalle sue battute, dalla sua fame di conoscenza enogastronomica.
Ho ancora in casa una bottiglia di aceto centenario che mi ha portato l’ultima volta che è venuto a trovarmi, perché Peppino quando andava dagli amici si portava dietro una macchina piena di grandi prodotti pugliesi, per la gioia di condividerli a tavola.
Quando terminò il nostro contributo a Slow Food l’amicizia rimase forte e con lui ho condiviso molte altre esperienze, ultima questa di Winesurf, dove Peppino si era ritagliato il ruolo di padre fondatore e grande saggio. Perché Peppino saggio lo era realmente e con saggezza e coraggio ha affrontato la malattia che ce lo ha portato via.
Pasquale, Paolo, Enzo e tutta la redazione di Winesurf è oggi in lutto.
Che la terra ti sia lieve caro, caro amico.